Troppa Innovazione, Stanca!

Pubblico una email inviatami da Roberto Vacca, Docente in Automazione del Calcolo, Computer e Ingegneria dei sistemi, e scrittore.

“Caro Beppe
ho letto l’articolo scritto dal Ministro Stanca sul Corriere del Mezzogiorno di ieri.
Come diciamo a La Spezia “i ga ‘n beo coragio!”

Conosco bene il sito www.innovazione.gov.it che rispecchia quanto Stanca fa (e non fa) e quanto dice pubblicamente.

L’innovazione è definita da Stanca come sola informatizzazione.
Non meraviglia: era un grosso dirigente IBM.
Sostiene che l’Italia sarebbe all’avanguardia nella tecnologia perchè sono penetrati molti PC e connessioni Internet.
Identifica di nuovo tecnologia con quella dell’informazione e della comunicazione.

Io mi occupo di computer da 50 anni. [Stanno per fare una commemorazione: il 50enario del primo computer IMPORTATO in Italia al CNR nel 1955, era britannico ed ero io che lo riparavo quando si rompeva (ogni giorno perchè era a valvole)].

Quindi so bene che meraviglioso strumento sia la Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione (ICT).

Ho partecipato a un grosso studio per la Commissione Europea sugli impatti socio-economici della ICT (vedi www.seamate.net). Però la ICT è uno strumento utile a migliorare il rendimento in ogni settore, NON è il fine ultimo.

E’ carenza gravissima del Ministero Innovazione e Tecnologia che non ha programmi per stimolare (anzi non menziona nemmeno) l’innovazione in: elettronica, telecomunicazioni, energetica (incluse fonti alternative), chimica, biologia molecolare, biotecnologie, meccanica, automazione (inclusa robotica), intelligenza artificiale, sistemi di controllo e tanti altri settori tecnologici.

In questi l’Italia non è assente: alcune industrie e laboratori di Istituti pubblici lavorano molto bene, ignorati dal Ministero retto da Stanca.

La conclusione è illustrata nella relazione che ho presentato il 12/3/2005 al Congresso Nazionale degli Ingegneri Italiani a Erice. Fra i 25 Paesi dell’UE siamo sotto la media sia in innovazione sia in crescita dell’innovazione.
Sono con noi al livello più basso: Austria, Estonia e Rep.Ceka (nel 2003 c’era la Bulgaria con noi, ma ha cominciato a crescere).

L’industria italiana è latitante. Fra le 100 aziende nel mondo che investono di più in ricerca e sviluppo, una sola è italiana (FIAT!). L’industria italiana non ha mai fondato un politecnico privato. In media investe in R&S meno della metà delle industrie europee e circa 1/3 di quelle USA.

Berlusconi disse a “Porta a Porta” e ripetè a “Ballarò” che al primo posto in UE per innovazione e ricerca c’è la Finlandia e al secondo l’Italia. Doveva essere stato informato da Stanca in modo distorto. Il diagramma (redatto dalla Commissione Europea) che illustra il nostro ritardo drammatico “dovrebbe essere impresso a lettere di fuoco nelle menti dei nostri industriali e governanti”.

Lo scrivevo in un articolo su Il Messaggero del 18 agosto 2004.
Ma non lo hanno nemmeno guardato quel diagramma.

Il problema è la bassa cultura media del Paese.

Pubblicai sul Mattino del 4 maggio 2001 dove commentavo il libretto che Berlusconi mandò agli italiani prima delle elezioni (“Una storia italiana”). Diceva “Fidatevi di me perchè sono nato sotto il segno della bilancia e potenti astralità garantiscono il mio successo”.

Un politico che dice queste cazzate contribuisce certo a deprimere la cultura. Si poteva prevedere che non avrebbe aiutato ricerca e innovazione: avrebbe cercato di confondere le carte”.

Roberto Vacca

Fonti:
KILL?, di Roberto Vacca, edito da Marsilio.
Il Mattino, 4 maggio 2001.
Il Messaggero, 18 agosto 2004.
www.seamate.net