Polenta e pesto cancerogeni?

Alcuni giorni fa ho pubblicato un post relativo alle dichiarazioni del Prof. Veronesi sulla cancerosità della polenta e del basilico, pubblico ora alcune considerazioni del Prof. Gianni Tamino, ­docente di biologia dell’Università di Padova, membro del Comitato Nazionale per la Bio-sicurezza e la Bio-tecnologia e già Europarlamentare.

“Il prof. Veronesi, con l’aiuto del prof. Sala, sta “terrorizzando” gli italiani affermando che il pesto genovese, la polenta tradizionale e gli alimenti biologici sarebbero cancerogeni, a differenza di quelli transgenici.

Per il pesto il pericolo deriverebbe dalle piantine di basilico sotto ai 10 cm. che contengono metileugenolo, inserito, però, solo cautelativamente nella lista dei composti cancerogeni, perché può provocare tumori in topi da laboratorio, ma ciò non significa ugual effetto per l’uomo, come ben sa Veronesi.
Va poi considerato che i tumori dei topi si sviluppano in parti del corpo diverse da quelle riscontrate per i più diffusi tumori dei Liguri, che le concentrazioni nel sangue umano di metileugenolo sono ben inferiori a quelle riscontrate nei topi e che piantine di basilico anche inferiori ai 10 cm. possono contenere basse concentrazioni del composto, in rapporto alle condizioni ambientali ed anche la ricerca cui fanno riferimento Veronesi e Sala indica nel basilico coltivato in Liguria meno metileugenolo che in quello del Piemonte.

Per quanto riguarda la polenta, il pericolo deriverebbe dalle micotossine delle muffe, ed in particolare dalle aflatossine cancerogene, che non si svilupperebbero nel mais transgenico, perchè resistente alla piralide.
Ma l’attacco dell’insetto non determina la presenza delle aflatossine, che si sviluppano in condizioni caldo-umide, soprattutto dopo la raccolta. Inoltre l’INRAN afferma di non aver evidenziato variazioni statisticamente significative nel contenuto di aflatossine tra mais transgenici e i corrispondenti mais non modificati, mentre uno studio dell’Università di Bologna evidenzia che la quantità di micotossine nei prodotti biologici è inferiore (o al massimo uguale) a quella che si rileva nei prodotti convenzionali.

Questa storia delle micotossine, però, non è nuova: le multinazionali, che controllano sia i pesticidi che gli OGM, oltre dieci anni fa mandarono dappertutto il Prof. Ames a denunciare la cancerogenicità delle piante non trattate con insetticidi.

Ma quest’idea era già stata abbandonata alla luce delle prove a favore dell’effetto protettivo della frutta e della verdura per la maggior parte dei tumori.”