E vissero tutti “prescritti” e “assolti”

La Cassazione annulla (non definitivamente, ma con rinvio, ordinando cioè un nuovo processo) 26 ergastoli sui 68 che la Corte d’appello di Palermo aveva inflitto per vari omicidi di mafia commessi nell’arco di un ventennio, tra il 1970 e la fine degli anni ’80.

Primo commento di un non addetto ai lavori: ma allora ci sono state anche delle condanne, e condanne all’ergastolo! Non è vero che Caselli girava a vuoto, perdeva tempo e buttava via soldi.

Informandosi un po’, si scopre che il bilancio dei “caselliani” è questo:
latitanti arrestati: come mai in precedenza;
beni sequestrati (dal 1993 al 1999): 10.000 miliardi di vecchie lire (in pratica una Finanziaria di media portata);
condanne pesanti: 650 ergastoli e un’infinità di anni di reclusione a mafiosi interni all’organizzazione.

Cifre impressionanti, che fanno sorgere un dubbio: per caso, ci hanno raccontato balle anche a proposito dei processi “politici” (cioè a politici accusati di collusione con la mafia)?
Ebbene sì: non è vero che questi processi sono stati un fallimento.

La verità è che si sono conclusi con significative condanne o con assoluzioni (sempre per insufficienza di prove o con la prescrizione di reati dimostrati come effettivamente commessi). Confondere Assoluzione con Prescrizione ormai è una costante.

A questo punto l’ignaro frequentatore dei salotti di Vespa di sicuro sbotta: ma Andreotti, lui l’hanno ingiustamente perseguitato, lo so bene!
Ad Andreotti, benedetto dal Papa, Vespa lo interpella su tutto, al Senato quasi tutti si scappellano davanti a lui, è stato riconosciuto (dalla Corte di Cassazione) il reato di associazione per delinquere perché, fino alla primavera del 1980, ha coltivato una relazione stabile con “Cosa Nostra”.
Non c’è stata condanna perché il reato è prescritto.

Con queste premesse, tornare alla sentenza della Cassazione dei 26 ergastoli su 68 annullati non è facile. Le sentenze bisognerebbe leggerle, non farsele raccontare da chi le manipola. E questa sentenza non si può ancora leggere perché mancano le motivazioni, che saranno scritte solo tra un paio di mesi.

Vedremo.
Intanto, davvero strano che nessuno abbia ancora accusato i “caselliani” di un nuovo fallimento. Elezione del nuovo Papa e crisi di governo forse hanno distratto Vespa, Ferrara, Cicchitto, Jannuzzi e compagnia.

Ma quando le notizie scarseggeranno, chissà…