L’Europa è guidata dal re dell’evasione fiscale di Stato

di MoVimento 5 Stelle Europa

La pistola fumante è arrivata. Il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato nuove rivelazioni sull’operato dell’attuale presidente della Commission europea Jean-Claude Juncker quando dal 1995 al 2013 è stato primo ministro del Lussemburgo.

Se nel 2014 lo scandalo Luxleks aveva mostrato i meccanismi di una gigantesca operazione di elusione fiscale praticata da multinazionali e governo del Lussemburgo che aveva fatto perdere miliardi di entrate tributarie ai governi nazionali dei singoli Paesi in cui le multinazionali prevalentemente operavano, oggi abbiamo nomi e cognomi di chi ha architettato questo scandalo: l’attuale presidente della Commissione europea. È lui – secondo l’inchiesta giornalistica – che ha bloccato ogni tentativo di riforma europea di armonizzazione dei sistemi fiscali nei diversi Paesi europei sfruttando il principio dell’unanimità che vige in seno al Consiglio europeo per alcune decisioni.

Secondo il The Guardian: “Juncker ha speso molti anni nel suo precedente ruolo di primo ministro del Lussemburgo bloccando segretamente ogni sforzo europeo di combattere l’elusione fiscale praticata dalle multinazionali”. In Europa ci sono Stati che per anni si sono arricchiti sulle spalle degli altri. Juncker rappresenta una contraddizione visto che, nella sua vita politica, ha sempre agito in nome della sua appartenenza nazionale: ha fatto arricchire il proprio Paese alle spalle degli altri partner europei, alla faccia dell’Unione e dello spirito comunitario che lui dovrebbe rappresentare.

Al Parlamento europeo il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di censura a Juncker bocciata poi dal ‘Patto del Nazareno’ che governa tuttora l’Europa. Gli stessi che nel primo anno della Commissione TAXE, la commissione specialmente nata con il compito di esaminare le pratiche fiscali in Europa, hanno negato che nello scandalo LuxLeaks il Lussemburgo, e chi l’ha governato finora, abbia avuto una responsabilità politica nell’architettare queste pratiche. Oggi, grazie a una inchiesta giornalistica seria e indipendente, sappiamo che avevamo ragione. Se l’Europa vuole sopravvivere a se stessa deve archiviare gli ultimi 20 anni di furbizie e sopraffazioni. L’Europa deve sfiduciare Juncker.