Le fondazioni sono le casseforti segrete dei partiti: apriamole!

di Danilo Toninelli

Il Bomba s’è perso. È stato colpito da una nuova forma di ‘labirintite’ diversa dall’otite interna: sindrome tale per cui a forza di spararle grosse, una dietro l’altra – una più falsa dell’altra – ci si ritrova intrappolati in un labirinto costituito di bugie. E non c’è via d’uscita, perché tutti i nodi tornano al pettine. Come oggi.

Il Bomba era venuto a fare lo splendido alla Camera. “Scriviamo assieme le regole sulle fondazioni politiche” aveva detto. E ha mentito, ancora una volta: oggi il Pd ha bocciato le norme sulla trasparenza nelle fondazioni. E sono riusciti pure nell’opera di smentire sé stessi, visto che gran parte di quelle proposte erano riprese da quelle della vicepresidente del Senato dem, Linda Lanzillotta.

I cittadini ormai sono lontanissimi dai partiti per via della corruzione che regna al loro interno, per i singoli politici che pensano solo ai fatti propri (o al massimo a quelli dei propri amici) e per le lobby che li utilizzano per farsi le leggi e raggiungere i propri obiettivi. Le fondazioni sono le cassette di sicurezza dei partiti, attraverso cui far transitare flussi di denaro incontrollabile.

Il M5S proponeva di indicare in chiaro il collegamento fondazione-partito, applicare le regole di trasparenza sul finanziamento ai partiti anche alle relative fondazioni e, infine, impedire a enti, aziende e società partecipate da enti pubblici, concessionari pubblici o titolari di appalti pubblici di finanziare le fondazioni politiche. Norme evidentemente ‘pericolose’ per il Pd e i suoi traffici che, ovviamente, sono state bocciate. Ora c’è la prova provata che per il Pd è meglio l’oscurantismo della trasparenza nelle fondazioni politiche. E guardando alla lunga serie di scandali che li ha coinvolti, capiamo anche il perché.