Piccolo sfogo di un piccolo imprenditore

“Basta! 2016 chiudo anche io.
Il mio socio di maggioranza non voluto (lo Stato) ha deciso per me.
Gestisco in un piccolo centro abitato (in provincia di Benevento per la cronaca) un attività che da oltre 70 anni (gestita da mio nonno e mio padre prima di me) offre al pubblico di questo piccolo paese, tutti i servizi dall’alimentare al bar/tabacchi e servizi telematici. Ha garantito un posto da più di 20 anni a 3 madri di famiglia che a breve perderanno il lavoro. Ma lo Stato non vuole che continuino a lavorare. La contribuzione Inps è troppo alta e se ritardi i pagamenti ti minacciano penalmente, le tasse sulla redditività sono sballatissime grazie agli studi di settore che non tengono conto delle condizioni reali di un attività del genere, e dulcis in fundo la Guardia di Finanza che ogni settimana non manca di spendere mezza giornata a controllare scontrini da 1 euro o poco più per prendere in fallo e fare una multa. Pensate che per un errore della cassiera abbiamo battuto 90 centesimi anzichè 70 per un caffè quindi dichiarando di più rispetto all’incasso e hanno avuto il coraggio di farci un verbale!

VIDEO Il Parlamento è il tempio dell’ipocrisia

Ogni settimana da anni vengono a controllare ed è la prima volta che ricevo una multa! Adesso basta. Io chiudo e vado via. Mi spiace per le madri mie colleghe, ma ho 32 anni e posso ancora riscattarmi altrove, qui non è possibile! E spero vivamente che come me siano costretti ad andarsene prima o poi anche il direttore dell’agenzia dell’entrate e dell’inps, il maresciallo della GDF e proseguendo fino ai più alti organi dello stato. Lo spero ma non so se accadrà, intanto l’Italia ha perso un altra attività e 4 posti di lavoro.” Michele P.