Il governo del MoVimento 5 Stelle si può fare: lo dicono i numeri

di Luigi Di Maio

Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con circa il 30% dei consensi. Già con questa percentuale, alle prossime elezioni politiche potremo raddoppiare il numero dei deputati che oggi abbiamo alla Camera. Se dovessimo raggiungere il 35% arriveremmo ad oltre 250 deputati. Se dovessimo raggiungere il 40% triplicheremo il numero dei deputati che abbiamo oggi. In ognuno di questi casi il MoVimento 5 Stelle sarà un cuneo giallo che vedete al centro dell’emiciclo, solido, stabile e compatto, e tutto intorno partitini che si faranno la guerra l’uno con l’altro. La coalizione di centrosinistra si è già sfaldata in partenza, ci sono due candidati che vanno l’uno contro l’altro, e questo ci favorirà in molti collegi uninominali del Centro Italia.

La coalizione di centrodestra finge di stare insieme ma la sera delle elezioni, quando avrà realizzato di non aver raggiunto il 51%, si sfalderà come accaduto in Sicilia dove Salvini è uscito dalla maggioranza di Musumeci dopo pochi giorni dalle elezioni regionali, facendo piombare l’assemblea regionale siciliana nel caos. In ogni caso, votare per loro significa caos e instabilità, votare per noi significa certezza, sicurezza, stabilità per il Paese.

Come si vincono queste elezioni politiche? Impedendo a Berlusconi e Renzi di mettersi insieme e fare il 51% dei seggi, un 51% che non esiste oggi e non esisterà domani, visto che Berlusconi ha un partito del 15% e Renzi un partito di poco più del 20%. Ma vedremo nei prossimi mesi che cosa accadrà. Abbiamo un’unica opportunità: un governo 5 stelle. Siamo l’unica opportunità di stabilità per questo Paese, e quanti più seggi prenderemo, tanti ne toglieremo a loro per fare quel 51. Ed ecco che cosa faremo la sera delle elezioni: chiederemo subito un incarico di governo. Se mi sarà affidato -e noi siamo la prima forza politica del Paese, e quindi vogliamo questo incarico- da Presidente del Consiglio incaricato avvierò le consultazioni con tutte le forze politiche dell’emiciclo parlamentare istituzionale, e metteremo di nuovo al centro i temi. Non ci saranno poltrone, equilibri di potere di cui discutere: nelle consultazioni metteremo di nuovo al centro la democrazia parlamentare, e cioè le priorità per il Paese: le misure di welfare alla famiglia, investimenti nell’innovazione tecnologica, l’abolizione delle leggi inutili che stanno massacrando le imprese, i provvedimenti anticorruzione, il taglio degli sprechi della politica. Li metteremo al centro e diremo: “Se c’è convergenza sui temi votateci la fiducia e facciamo partire il governo che cambierà il Paese”.

Una squadra di governo l’avremo già prima delle elezioni politiche, e sarà una squadra di governo patrimonio del Paese. Io sono molto fiducioso sul fatto che si possa arrivare anche al 40% e vi dico perché. Sono stato tre mesi in Sicilia con Giancarlo Cancelleri, abbiamo portato il movimento dal 18% al 35% nelle peggiori condizioni politiche possibili: avevamo voto di scambio, impresentabili, il 26% di siciliani che non sapeva si votasse il 5 novembre. Nonostante questo abbiamo raggiunto oltre 700.000 voti per il MoVimento.

Le condizioni per le elezioni politiche sono più favorevoli. Prima di tutto non c’è il meccanismo dei candidati impresentabili che possono accumulare decine di migliaia di preferenze, e poi è un voto molto più d’opinione, è un voto nazionale, quindi noi a quel 40% ci possiamo arrivare. Se non dovessimo raggiungere il 40 e quindi non avere i numeri per governare da soli, allora vorrà dire che chiederemo la fiducia come vi ho detto a tutte le forze politiche, in piena trasparenza, senza fare accordi sottobanco. E i partiti avranno due possibilità: o votare la fiducia a noi, o tornare a votare e quindi perdere la poltrona. Secondo voi che cosa faranno?