SUM#06: Il coraggio di costruire il futuro

Ho rilasciato oggi quest’intervista sul Corriere della Sera. Ve la riporto di seguito. 


 

Davide Casaleggio, c’è la sesta edizione di Sum, la prima da quando ha lasciato il Movimento: si è pentito di essersene andato?

«Sono sempre rimasto delle mie convinzioni, il Movimento che abbiamo conosciuto non esiste più. Si ha paura di chiedere agli iscritti anche solo una rosa di nomi per il Quirinale, consultarli per cambiare il programma sulla politica estera o per capire chi candidare in un comune come a Palermo o in una regione come la Sicilia o ancora di permettere le candidature dal basso inventando addirittura consultazioni con un mono-candidato. Questa paura delle decisioni dei cittadini sta annichilendo il consenso ai minimi storici e penso che il trend sia ormai irreversibile».

Ha anche lei qualcosa da imputarsi per come sono andate le cose?

«Probabilmente ho aspettato troppo sperando che chi aveva la possibilità di fare la cosa giusta la facesse».

Si sente mai con Grillo?

«Ogni tanto ci sentiamo e ci scambiamo storie sui gemelli: lui è diventato nonno e io padre».

Conte è stato riconfermato leader, ma proseguono le battaglie legali.

«La via scelta è illegittima come abbiamo segnalato come Rousseau lo scorso anno, come ha chiarito Beppe Grillo pubblicamente e come ha recentemente stabilito anche un tribunale. Non credo sia un caso che il 58% degli iscritti che avrebbero potuto votare ha deciso invece di astenersi o di votare contro. Persistere in questa direzione credo serva solo a trasformare il Movimento in una bad company da seppellire prima delle elezioni politiche».

Ha senso rischiare la crisi come fa Conte per l’aumento delle spese militari?

«Dubito ci sarà alcuna crisi. Si è passati nel giro di una settimana dal dire sì alle armi all’Ucraina e sì all’aumento delle spese militari al 2% (voto dei parlamentari M5S alla Camera), al no ad alcun aumento massiccio delle spese militari (dichiarazione di Conte per richiedere il voto online degli iscritti), al sì allo stesso aumento con qualche anno in più, e comunque sempre sì all’invio di armi all’Ucraina. Tutto questo con gli iscritti che non vengono mai consultati su temi politici, ma solo su quelli burocratici. Sarà interessante capire chi e in che modo incarnerà il pensiero del Movimento in un momento in cui tutta la sua dirigenza è di nuovo sub judice. Vedo una grande confusione e comportamenti schizofrenici dettati probabilmente dal fatto che non si sa più chi debba decidere».

Parlerete di geopolitica. Lei ha scritto che dare armi a una sola parte durante un conflitto sapendo che l’avversario comunque ne ha di più non è la soluzione: cosa prevede per la guerra in Ucraina?

«È una delle posizioni storiche del M5S non fornire armi a teatri di guerra. Il problema è che dare un miliardo di euro al giorno alla Russia in cambio di gas e dall’altra fornire armi all’Ucraina porta ad alimentare entrambi i fronti e allungare il conflitto armato a discapito dei civili. Credo sia tempo di lavorare per la pace e non più solo per la guerra. Un rapporto del servizi di intelligence al Parlamento di qualche settimana fa ha chiarito che l’Italia può fare a meno del gas russo da subito. Nell’immediato è una questione economica, a tendere è una decisione politica su quando passare completamente alle rinnovabili. Di questo parleremo a Sum anche con Jeremy Rifkin.Esiste, ad esempio, un piano dell’Enel per rendere completamente rinnovabile l’energia in Sardegna sostituendo la centrale a carbone che deve chiudere nel 2025, iniziamo così: una regione alla volta».

A Sum si parla di futuro: dieci anni fa si parlava di costi della politica, ora di caro-energia, a suo avviso di cosa si parlerà tra dieci anni?

«Il tema costante di tutti i Sum è il futuro dell’uomo e come la tecnologia e l’organizzazione della società lo farà evolvere. In questi anni il costo di accesso alla politica è crollato grazie alla Rete, sono convinto che la stessa cosa accadrà per l’energia. L’unica risorsa scarsa che probabilmente rimarrà tale anche in futuro è il tempo. Sum è un evento aperto a tutti, nato con l’intenzione di stimolare l’immaginazione e a pensare a lungo termine in modo diverso. Per questo nell’edizione di quest’anno che si terrà il 2 aprile al Meet a Milano, abbiamo coinvolto diversi esperti che ci daranno la loro visione sul futuro da diversi punti di vista».

Nel suo futuro c’è un nuovo Movimento?

«La partecipazione e la cittadinanza digitale rimarranno sempre al centro dei miei interessi. Come questo si concretizzerà lo vedremo nei prossimi mesi».

Com’è la sua vita da padre?

«Fa cambiare la prospettiva in cui si vedono le cose. Fa pensare molto più a lungo termine. E soprattutto, al momento, fa dormire poco, ma con una gioia immensa».