La pandemia ha diminuito l’inquinamento elettronico ma ha aumentato il digital divide

L’Università delle Nazioni Unite e l’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca hanno elaborato un report che attesta come durante la pandemia siano calate le vendite nel settore dell’elettronica, con una conseguente diminuzione dei rifiuti elettronici collegati a queste.

Il report, analizzando i consumi dei primi trimestri del 2020, ha operato una stima dei futuri rifiuti elettronici, arrivando a stabilire che durante il periodo pandemico sono stati prodotte 4.9 milioni di tonnellate in meno di rifiuti elettronici rispetto al periodo pre-pandemico. I ricercatori, però, fanno notare che questo calo non è stato uniforme e trasversale in tutto il mondo. Infatti mentre il calo è stato del 30% nei Paesi a basso e medio reddito, questo è stato solo del 5% nei Paesi più ricchi.

Il cosiddetto divario digitale sta aumentando“, afferma il co-autore del rapporto Ruediger Kuehr. “La capacità di adattarsi alla digitalizzazione e di guadagnarsi da vivere o semplicemente di possedere e beneficiare dell’elettronica sta diminuendo in alcune parti del mondo“. I Paesi più colpiti da questo fenomeno stando al report sarebbero quelli dell’Africa del nord e subsahariana, dell’Asia occidentale e centrale.

I Paesi ricchi hanno registrato, tuttavia, un aumento degli acquisti di console da gioco, telefoni cellulari, computer e forni elettrici lo scorso anno, chiaro segno di un utilizzo maggiore della tecnologia da intrattenimento durante i vari lockdown di questi mesi.

Le aziende tecnologiche hanno comunque continuato a trarre profitto durante il 2020. Apple e Microsoft, per esempio, hanno puntato molto sui giochi e sull’intrattenimento. Samsung ha registrato maggiori incassi rispetto al 2019. Amazon ha raddoppiato i profitti all’inizio della pandemia. La stasi del 2020 nella spesa tecnologica tra Paesi poveri e Paesi ricchi dovrebbe essere temporanea.

In tutto questo, mentre sempre più persone acquistano gadget e oggetti di intrattenimento, i rifiuti elettronici continuano ad accumularsi e rischiano di disperdere nell’ambiente materiali tossici come il mercurio. Nel 2019 la presenza di rifiuti elettronici non smaltiti ha raggiunto un picco da record e solo il 17% del totale di questi è stato smaltito e/o riciclato. 

 

Fonte: The Verge, The pandemic might cut down e-waste but widen the digital divide, 9 giugno 2021