Il Contratto Sociale digitale: dove dovremmo tracciare la riga?

Davide Casaleggio è curatore della ricerca “E-commerce in Italia” arrivata nel 2016 al suo decennale. È autore di “I modelli dell’e-business” (Hops) e “Tu Sei Rete” (Casaleggio Associati). È specializzato nella definizione di modelli di business online, nell’impiego aziendale della Teoria delle Reti e dei social network e nel marketing online. Dal 2016 è presidente dell’Associazione Rousseau.


Una delle più grandi sfide dell’era digitale è bilanciare i diritti degli individui con quelli della comunità. Per rimediare a ciò, c’è una riga che ogni Stato dovrebbe tracciare. Questa riga segna la fine delle protezioni individuali e l’inizio delle protezioni comunitarie nel mondo digitale. Ognuno di questi diritti ha la caratteristica unica di finire dove inizia l’altro. Ogni Stato deve scegliere quale dei due riterrà più importante.

Il contratto sociale di Rousseau era basato sul concetto di rinunciare ai propri diritti naturali per ottenere la libertà civica. Per i liberali, solo una democrazia può garantire ai cittadini che le linee siano tracciate in modo da non limitare le loro libertà. Oggi è nostro dovere definire dove le nostre comunità dovrebbero tracciare questa riga in cinque diverse aree relative alla cittadinanza digitale:

1) La libertà di espressione dell’individuo si oppone a quella di un’informazione accurata, libera da fake news. Da una parte abbiamo l’approccio della “Santa Inquisizione”, dove le persone suggeriscono varie forme di ministeri della verità, e dall’altra abbiamo i teorici della cospirazione che vogliono essere autorizzati a parlare. Nel mezzo potremmo avere un sistema in rete, non centralizzato, che può esporre diversi punti di vista, collegarsi a prove di eventi accaduti rispetto al testo pubblicato e permettere agli utenti/lettori di formare i propri punti di vista.

2) La proprietà online dei beni digitali, o copyright, si oppone a quella del bene comune. Il punto principale da affrontare è quale approccio alla proprietà abbiamo e quali modelli di business sostenibili possiamo pensare per mantenere gli incentivi per le persone a continuare a creare e costruire su ciò che altri hanno fatto. 

3) Il diritto all’anonimato nelle attività online deve essere bilanciato con la sicurezza della comunità di poter risalire a chiunque violi la legge. Il confine molto labile tra repressione e applicazione della legge è spesso legato alle discussioni sulla possibilità di usare una VPN o TOR per navigare in completo anonimato. Senza una chiara direzione da parte degli Stati, le aziende private hanno iniziato a imporre il loro punto di vista non permettendo, per esempio, l’uso di Netflix o BBC iPlayer con una VPN. 

4) Il diritto all’oblio degli individui per fatti che li riguardano e che non vogliono essere ricordati è in conflitto con il diritto della comunità alla memoria storica. Può essere importante conservare per sempre un risultato di ricerca di una persona che ha commesso un crimine terroristico, ma potrebbe essere opportuno eliminare un reato minore commesso nell’adolescenza. Nei primi cinque anni dall’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla privacy, 3 milioni di link sono stati rimossi dal motore di ricerca di Google su richiesta, e Google ha rifiutato di rimuovere i link il 56% delle volte. La cosa strana è che anche le authorities per la privacy dei Paesi stessi a volte hanno ricevuto un “no” da Google. 

5) Il diritto alla zero knowledge delle attività online di un individuo è occasionalmente opposto alla necessità di essere in grado di aggregare i dati per uso pubblico. Potrebbe non dispiacerti avere il tuo giro in bicicletta in città tracciato e reso pubblico in modo che il consiglio comunale possa vedere i percorsi principali per progettare nuove piste ciclabili. Ma molti pensano che i dati GPS che diamo con i nostri cellulari non dovrebbero essere disponibili per uso commerciale da parte delle compagnie di telecomunicazioni, che in Europa sono effettivamente in grado di vendere almeno sette segnali cellulari aggregati alla volta, ad esempio per sapere quale negozio hai visitato prima di entrare in un altro. 

Non ci sono posizioni sbagliate per tracciare le linee di demarcazione se sono decise dalla comunità. L’unico errore che possiamo fare è quello di non ritenerle importanti, e lasciare che le singole aziende decidano per noi.


PER APPROFONDIRE – BIBLIOGRAFIA RAGIONATA

J.J. Rousseau, Il contratto sociale, 1762. Per approfondire la visione sociale del filosofo francese che teorizzò una nuova applicazione della democrazia diretta

S. Rodotà, Il diritto di avere diritti, Editori Laterza, 2012. Un saggio nel quale il costituzionalista Stefano Rodotà affronta, tra le altre cose, i principali problemi legati ai diritti fondamentali di matrice costituzionale in relazione alla globalizzazione e alla rapida innovazione che il mondo sta affrontando.