Gianroberto Casaleggio: Einstein’s dreams

Con questa rubrica ogni settimana vogliamo regalarvi un estratto degli scritti di Gianroberto Casaleggio. Per ricordare parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento 5 Stelle e il suo cuore pulsante: il Progetto Rousseau.

Di seguito “Einstein’s dreams” tratto dal suo libro “Veni, vidi, web” pubblicato nel 2015.


Il fisico Alan Lightman ha descritto in un libro magico e metafisico, “Einstein’s dreams”, i paradossi che il tempo potrebbe introdurre se mutasse la sua natura o ne rivelasse una esistente, ma insospettata.

Ad esempio, il tempo potrebbe essere circolare e noi condannati a ripetere continuamente, in eterno, le nostre vite. Non vi è mai capitato il fenomeno del dejà vu?

Oppure, il tempo potrebbe avere le stesse qualità dello spazio ed essere tangibile. Le nostre vite si svolgerebbero su di un asse temporale visibile, le vedremmo nella loro interezza così come vediamo paesi, strade, montagne. Potremmo scegliere se e dove spostarci: all’infanzia, alla maturità, o rimanere nell’istante in cui siamo.

Ancora, il tempo potrebbe essere discontinuo tra un attimo e il successivo, e noi percepiremmo questa frattura nelle nostre esistenze solo attraverso l’inconscio. Siete mai stati illuminati o avete cambiato improvvisamente idea senza un motivo apparente?

La Rete, come il tempo einsteniano, ha i suoi paradossi.

Prima dei fusi orari, delle comunicazioni in tempo reale via telegrafo, telefono e radio il tempo non era lo stesso per tutti. Oggi ci sembra naturale che sia così ed il giorno, l’ora, il minuto di ogni località del pianeta possono essere conosciuti in ogni istante, da chiunque.

Internet, come l’orologio per il tempo, rende accessibile a tutti nello stesso momento l’informazione.

Ma è veramente così?

L’informazione si diffonde, attraverso Internet, a diverse velocità, in funzione di vincoli come il “digital divide” (la disponibilità della tecnologia), la lingua (quanti in Occidente conoscono il russo o il cinese?), la cultura, la religione, l’età, il livello di democrazia dei Paesi. Il risultato è la creazione di “isole” di informazione in cui la conoscenza è condivisa solo da gruppi omogenei di persone.

Gruppi che vivono in una pericolosa illusione perché credono che la loro informazione sia universale.

Una limitazione superabile con i traduttori simultanei on line, con la diffusione dei pc e con il cambio generazionale.

Ma l’informazione creata dalla Rete potrebbe diventare univoca, la sua veridicità non essere valutabile e solo da essa potrebbero dipendere le nostre decisioni. Un mondo governato dalla Rete.

Grazie alle comunità virtuali nate con Internet, persone con gli stessi interessi discutono, condividono, decidono, creano strumenti di pressione sulla società in base alle informazioni e alle relazioni che instaurano tra loro in tempo reale. La velocità di aggregazione di questi nuovi gruppi sociali influenza già oggi le decisioni dei governi.

Le comunità virtuali sono nuovi e determinanti poteri paralleli basati sull’appartenenza.

In Rete un’informazione su un fatto non avvenuto può renderlo reale con grande forza e pervasività. Il film “The Blair witch project” del 1999 è un esempio. La storia narrata dal film è stata diffusa su Internet per oltre un anno come un fatto realmente accaduto, prima del lancio nelle sale cinematografiche. La gente ci ha creduto e il film è stato un successo mondiale. I fatti descritti sono considerati veri ancora oggi da molti Americani e vi è un continuo pellegrinaggio nei luoghi dove è stato girato.

Internet può creare una realtà deformata.

Un’informazione di dimensioni sempre più vaste, non più percepibile nei termini umani fino a ora conosciuti, come i Big Data, può diventare un territorio da esplorare, in cui cercare la Verità. Uno spazio che contiene tutto il sapere, tutti i dati, nel quale ogni associazione logica è possibile e può assumere dimensioni sacrali, diventare il luogo della Ricerca.

L’informazione e la Rete introducono una relatività simile a quella del tempo di Einstein. Il loro studio può indicarci alcuni dei futuri possibili.