Gianroberto Casaleggio: a simple story

Internet è una rivoluzione. Non un semplice prodotto che può aiutarci a vivere meglio la vita di sempre o a lavorare meglio nello stile di sempre. No. Internet deve, necessariamente, portare ad una vera e propria trasformazione radicale delle aziende, dei prodotti, delle relazioni umane e aziendali… Altrimenti il suo senso ne risulterà travisato e inespresso.

È questa, come scrive Renato Mannheimer nella prefazione di “Il web è morto, viva il web” (Pro Sources, 2001), l’idea forte che ispirava Gianroberto Casaleggio, che nel libro propone spunti di riflessione, lancia provocazioni forti, a volte moniti. Come a dire: attenti! Perché nella rivoluzione bisogna inserirsi con anticipo e con una presa di coscienza forte. Il cambiamento deve essere affrontato per tempo e nella convinzione che a cambiare non sarà solo la superficie, ma la sostanza delle cose.

Proprio per questo vogliamo regalarvi alcuni stralci di “Il web è morto, viva il web”. E per ricordare parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento 5 Stelle e il suo cuore pulsante: il Progetto Rousseau.


Nel 1768 Mozart scriveva la sua prima operetta e James Cook partiva per il suo viaggio di scoperta del Nuovissimo Mondo. Nello stesso anno, a Edimburgo…

Colin Macfarquhar e Andrew Beli pubblicavano l’Enciclopedia Britannica, l’Enciclopedia e per antonomasia, un testo che ha riscosso un successo mondiale per più di due secoli.

La Britannica è stata per lunghissimo tempo una istituzione e il simbolo stesso del sapere. Ora non lo è più. Le nuove tecnologie e poi la Rete ne hanno decretato la fine, prima come società e poi come luogo esclusivo della conoscenza.

La Britannica è stata vittima della sua presunzione e del suo lunghissimo successo. Ma narriamo la storia.

Nei primi anni ’90 la Microsoft contattò la Britannica per proporre un accordo di collaborazione per una versione digitale dell’enciclopedia da distribuire su cd rom.

La Britannica rifiutò, preoccupata che una versione cd rom potesse cannibalizzare il mercato ad alto margine dei libri stampati.
Microsoft decise di continuare il progetto da sola e creò l’enciclopedia multimediale Encarta, avvalendosi del contenuto di Funk & Wagnalis, più audio e video pubblici.

Il costo di produzione di Encarta era allora di 1 .50 dollari contro i 250 dollari dell’Enciclopedia Britannica. Il contenuto di Encarta era inoltre più facile da aggiornare e da distribuire.

In 18 mesi Encarta divenne un best seller mondiale e Britannica ridusse di molto il proprio mercato. Solo a questo punto Britannica decise di contattare Microsoft per riconsiderare la proposta originaria.

Bill Gates raccontò in seguito che non stipulò un accordo perché le ricerche di mercato dimostrarono che Britannica era un brand con valore negativo nel settore delle enciclopedia multimediali.

Gates prima di concludere le trattative giunse a chiedere a Britannica il pagamento di royalties per distribuire l’enciclopedia sui prodotti della Microsoft. Britannica rifiutò. In seguito Britannica ha cambiato più volte il vertice aziendale, eliminato la forza di vendita, cercato di guadagnare quote di mercato con versioni cd rom. Senza successo.

La storia si è conclusa con l’enciclopedia messa in onda gratuitamente sulla Rete nella speranza di incassare introiti con la pubblicità. Eppure la Britannica sembrava immortale…

La velocità del cambiamento delle organizzazioni è ormai un dato di fatto, ma non per tutte le aziende e moltissime rischiano di uscire dal mercato. Nonostante le loro dimensioni… Nonostante il loro brand.

Le aziende hanno spesso un rifiuto apparentemente immotivato ad affrontare la realtà e tendono a evitare di affrontare il processo, inevitabile, di riposizionamento in Rete.

Talvolta mi sembra di essere in una commedia di Ionesco: l’interlocutore che può essere alternativamente la direzione aziendale, il responsabile del marketing o il responsabile dei sistemi informativi, ascolta, annuisce vigorosamente alle mie considerazioni sulla inevitabilità di posizionarsi in Rete e poi non fa nulla.

Molti per salvarsi l’anima e potere dire di essersi posizionati in Rete agiscono a livello marketing e pubblicitario, lasciando inalterata l’organizzazione aziendale. Come se le parole e le dichiarazioni pubbliche potessero tramutarsi magicamente in realtà.

Altri attivano servizi gadget sulla Rete per dare una testimonianza di presenza, per dire: io c’ero.

Un esempio per tutti: ha senso erogare un servizio di trading on line da parte di una banca senza avere reso disponibili prima i servizi di gestione ordinaria in Rete al suo cliente? Non ha senso, ma è sicuramente più facile.

L’eccesso di personale, la sua riqualifìcazione, i processi aziendali da ridefinire non sono semplici da affrontare.

Non è neppure semplice affrontare la forte sindacalizzazione presente nelle grandi aziende, nè la gestione degli intermediari commerciali, oggi fondamentali per il risultato economico, ma destinati a scomparire con la Rete.

Non sono cose semplici, ma non affrontarle porta a una semplice conseguenza: uscire dal mercato.
Vedere alla voce Enciclopedia Britannica.