Acqua bene comune: la nostra battaglia per portare l’acqua agli alcamesi

Le storie guerriere sono storie che ci insegnano come sia possibile, con forza e tenacia, cambiare realmente le cose. Storie che possono essere di ispirazione ed esempio.

In questa rubrica vogliamo raccontarvi le battaglie e le migliori iniziative portate avanti sul territorio dai portavoce, dagli attivisti e dai sindaci del MoVimento 5 Stelle, che ogni giorno si impegnano per cambiare il volto delle loro città. Segnalateci qui la vostra storia guerriera!


 

A cura di Domenico Surdi, sindaco del Comune di Alcamo, amministrato dal MoVimento 5 Stelle

• IL PROBLEMA

La mia città viveva da decenni (almeno dal 1980) in preda ad una costante crisi idrica che comportava, in taluni momenti dell’anno, turni di erogazione difficilmente tollerabili dalla popolazione (distribuzione acqua nelle case degli alcamesi con turni di dieci giorni e solo per poche ore). Proprio nei primi mesi del nostro insediamento, avvenuto nel giugno del 2016, il quadro si aggravò notevolmente a causa di una persistente siccità che aveva di fatto determinato una diminuzione dell’acqua proveniente dalle sorgenti di proprietà comunale.

Ma non solo. Ci accorgemmo presto che la gestione del servizio idrico presentava delle forti lacune sia in termini di programmazione, sia in ordine ai necessari interventi di manutenzione straordinaria ed ordinaria.

Ci ritrovammo, così, ad affrontare una vera e propria emergenza nel bel mezzo della nostra prima estate da amministratori, dovendo prima di tutto comprenderne le cause.

Abbiamo dovuto e voluto, inoltre, vederci chiaro su un altro tema, quello dell’approvvigionamento in via sostitutiva mediante autobotti private, per tutte le abitazioni che risultavano storicamente prive di allaccio alla rete comunale. Ci siamo così accorti che si trattava di un “servizio” che sfuggiva quasi totalmente al controllo del Comune, rimesso in definitiva alla gestione dei privati.

• L’INIZIATIVA

Ci siamo messi subito al lavoro per affrontare le singole questioni, spiegando costantemente ai cittadini come avremmo affrontato la situazione, mettendo in cima alle nostre una priorità: la definitiva soluzione sia dell’approvvigionamento idrico che delle condutture idriche cittadine.

Ciò che serviva era, prima di ogni altra cosa, un cambio di rotta.

L’acqua a nostra disposizione era poca e pertanto era necessario muoversi su due fronti: la ricerca di altre fonti e, dall’altro lato, la manutenzione di tutta la rete e delle sorgenti, in modo da non perdere quella poca acqua a nostra disposizione.

Insieme ai nostri consiglieri comunali abbiamo raccolto i dati storici sul consumo idrico nel territorio e abbiamo iniziato a fare una mappatura della rete, monitorando le perdite e l’incidenza delle stesse e, soprattutto, abbiamo iniziato a programmare interventi di manutenzione utilizzando anche strumenti organizzativi più efficienti (ad es. attraverso l’utilizzo di un Accordo Quadro).

• IL RISULTATO

Decisive sono state due mosse che ci hanno consentito di aumentare la nostra dotazione idrica: in primo luogo, l’individuazione di un’altra fonte di approvvigionamento e contemporaneamente un grande e importante intervento di efficientamento energetico della stazione di pompaggio di una delle nostre storiche sorgenti. Alla fine dei lavori siamo riusciti a passare da una complessiva dotazione di 70 l/s a circa 130 l/s! Pertanto, oggi, la distribuzione dell’acqua nelle case dei miei concittadini è piuttosto costante e regolare.

E ancora il Consiglio comunale ha approvato un regolamento “storico” che, per la prima volta, ha disciplinato in maniera trasparente il meccanismo delle autobotti, stabilendo un sistema di regole che, prima di ogni altra cosa, garantisse al cittadino la provenienza dell’acqua e i necessari controlli sulla sua qualità.

In sintesi, a distanza di quasi cinque anni dal nostro insediamento e dopo oltre 30 anni di attesa dei cittadini, posso affermare che la situazione è cambiata sotto ogni punto di vista, non solo per la portata e la quantità di acqua che viene distribuita ma anche perché il servizio raggiunge le abitazioni periferiche della città che prima non erano servite dall’acqua del bottino comunale (servizio pubblico).

• PER IL FUTURO

Possiamo finalmente pensare a obiettivi più ambiziosi, sempre attraverso la condivisione con la città. La prossima sfida sarà quella di estendere la rete idrica alle parti della città che ne sono ancora prive, a partire dalla località balneare di Alcamo Marina, per la quale abbiamo in cantiere un progetto per un importo di quindici milioni di euro.


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