Al Parlamento europeo passa la nostra linea: sì al reato di associazione mafiosa

Dal Parlamento europeo arriva un forte monito in difesa della legalità: il reato di associazione mafiosa deve essere perseguito anche negli altri Paesi membri dell’Unione europea. Recita così un paragrafo approvato all’unanimità dalla Commissione Giuridica del Parlamento europeo e contenuto nella Relazione di iniziativa sull’applicazione del diritto europeo per gli anni 2017, 2018, 2019, di cui sono relatrice. Questo paragrafo chiede alla Commissione europea di rivedere la decisione quadro sulla lotta alla criminalità organizzata, adeguando la fattispecie di reato e inasprendo le sanzioni includendo anche il reato di associazione criminale di tipo mafioso. Questo passaggio è fondamentale se vogliamo combattere questi fenomeni e i loro affari in tutta Europa.

Siamo molto orgogliosi che la Commissione Giuridica abbia approvato il rapporto a firma Movimento 5 Stelle sul monitoraggio dell’applicazione delle norme dell’Unione europea dal 2017 al 2019. Questo risultato è importante proprio per la grande sottovalutazione del fenomeno mafioso in Europa. Nel rapporto ho puntato su tre punti principali: norme ambientali, le più disattese da parte degli Stati membri, l’antiriciclaggio, la cui normativa non è stata recepita dalla maggior parte degli Stati e, infine, la lotta alla criminalità organizzata e, in particolare, alle mafie.

Del rapporto vengono criticati apertamente quegli Stati membri che non rispettano le più elementari regole ambientali che ci siamo dotati. Voltare le spalle alla tutela dell’ambiente, che è uno dei pilastri della Carta dei diritti fondamentali della UE, è miope ed egoistico. Dobbiamo pensare alle future generazioni e lasciare loro un mondo migliore. La Commissione europea dovrebbe dunque correggere le violazioni al diritto europeo da parte degli Stati membri con la moral suasion e, se non dovessero bastare, anche con la minaccia di ridurre i fondi europei. L’Europa non è un bancomat ma una comunità di valori ed è giusto che i fondi siano condizionati al rispetto dei suoi valori e il rispetto dell’ambiente è uno di questi.

Nel rapporto esprimiamo preoccupazione anche dalla mancata lotta contro il riciclaggio di denaro. Purtroppo molti Stati Membri sono in ritardo nel recepimento della quarta e quinta direttiva antiriciclaggio e questo è di fatto un regalo alla criminalità organizzata che si finanzia attraverso questa attività illecita.

L’Italia sta facendo la sua parte. Abbiamo la legislazione antimafia più avanzata d’Europa e grazie alla legge anticorruzione entrata in vigore nel 2019, abbiamo uno dei quadri legislativi più solidi d’Europa nella lotta alla corruzione, così come riconosciuto dall’ultima relazione sullo stato di diritto presentata dalla Commissione europea.

Sono stata eletta proprio per portare avanti la mia battaglia contro le mafie e sono contenta di aver fatto un passo in questa direzione, con la consapevolezza che il percorso da compiere sia ancora lungo e difficoltoso.


Se vuoi sapere di più su Sabrina Pignedoli guarda il suo profilo su Rousseau