La svolta digitale del decreto Semplificazioni

Di Vincenzo Garruti, relatore del Dl Semplificazioni, e il Movimento 5 Stelle nella commissione Affari Costituzionali del Senato


Una Pubblica Amministrazione più vicina ai cittadini, accessibile e rapida. Non è uno slogan nuovo e nemmeno un auspicio politico rivoluzionario. Quanti governi e quante forze politiche lo hanno promesso o annunciato?

Il MoVimento 5 Stelle ha l’ambizione di dare gambe solide e spalle larghe a queste parole. La connettività è una delle nostre 5 Stelle, l’innovazione è quasi un’ossessione per ognuno di noi, il digitale è sempre stato un ambiente per noi familiare e confortevole. Con il MoVimento 5 Stelle al governo ci sono due ministre come Fabiana Dadone e Paola Pisano che stanno facendo un grande lavoro sull’innovazione digitale nel rapporto tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini.

Fino ad ora, anche a causa dell’emergenza Coronavirus che ha obbligato tutti ad una accelerazione nell’innovazione, sono stati aperti diversi “cantieri”: “lavoro agile” d’emergenza che pian piano diventa strutturale e virtuoso, snellimento delle procedure per gli acquisti tecnologici nella PA, semplificazione e rafforzamento del processo di diffusione della banda larga, più formazione e selezione del nuovo personale della PA sulla base competenze digitali.

Ma con il decreto Semplificazioni è arrivata la svolta. In questo provvedimento c’è la Pubblica amministrazione che vogliamo, quella che mette la persona al centro, snellendo le procedure e avvicinando i servizi pubblici ai bisogni, alle esigenze di tutti noi.

Il decreto ha l’ambizione di imprimere un’accelerazione decisiva nella digitalizzazione del nostro Paese. La sfida di Next generation EU è soprattutto riconvertire una buona fetta della forza lavoro in professionalità informatiche di alto livello ed impiegarle per la modernizzazione del paese e per la gestione della sicurezza dei dati. Qui sta il segreto della crescita del nostro paese e nel contempo della libertà e dei diritti di tutti i nostri cittadini. Nei prossimi 5 anni il valore dell’economia dei dati in Europa passerà dagli attuali 300 miliardi di euro a 830 miliardi di euro con una crescita del 2,4% del PIL totale europeo.

Rafforziamo il “Once Only

Un principio vigente da tempo nel nostro ordinamento ma ancora inapplicato. Le pubbliche amministrazioni non devono più chiedere al cittadino e alle imprese dati e documenti che già possiedono o che possono reperire da altre pubbliche amministrazioni.

Per questo arriva la Piattaforma digitale nazionale dati che deve rendere interrogabili, disponibili e fruibili alla Pubblica Amministrazione i dati pubblici e conoscibili.

Parte una definitiva razionalizzazione delle comunicazioni tra PA e cittadini e viceversa

Vogliamo garantire a tutti gli italiani la cittadinanza digitale e la possibilità del domicilio digitale. Tutti i servizi pubblici digitali devono diventare accessibili dal telefono attraverso l’app ‘IO’. Inoltre, i cittadini accederanno a tutti i servizi PA solo con SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE): così non dovremo ricordare e inserire credenziali diverse su ogni sito e potremo identificarci senza più mandare ogni volta la copia del documento d’identità.

Proprio in questi giorni la ministra Pisano ha annunciato il raggiungimento di quota 10 milioni di Spid attivate.

Il digitale diventa la normalità per la PA 

Quella digitale diventa la modalità “normale” con cui gli uffici pubblici interloquiscono con i cittadini. Il decreto legge Semplificazioni supera l’impostazione secondo cui le amministrazioni dovrebbero “incentivare” l’utilizzo del digitale. Adesso l’amministrazione deve utilizzare il digitale.

Inoltre le pubbliche amministrazioni possono assumere esperti per la trasformazione digitale e hanno l’obbligo di consentire l’accesso da remoto ai dipendenti.

La PA risponde dei suoi ritardi

Si introduce il dovere per le amministrazioni di misurare e pubblicare i tempi effettivi delle procedure. Tutti potranno mettere a confronto i tempi di attesa.

Infine, stabiliamo che il ritardo si paga: diversi provvedimenti adottati dalle PA dopo la scadenza dei termini saranno inefficaci, tranne in caso di atto illegittimo.

La sfida dell’innovazione per il MoVimento 5 Stelle è sempre aperta. Con questo decreto siamo convinti di far compiere all’Italia davvero un grande passo in avanti, ma il lavoro al governo e in Parlamento non manca e siamo pronti: per lo sviluppo, per creare lavoro e per rendere l’Italia un paese all’avanguardia nel contesto internazionale.