Agenda 2030, così l’agricoltura sposa la sostenibilità

La sostenibilità è al centro del dibattito internazionale e permea le politiche del futuro. L’agenda 2030 è un impegno politico assunto da molti Paesi, Italia inclusa, che contiene proprio questo obiettivo. Ma che significa essere sostenibili? Oggi la sostenibilità è misurabile e comunicabile! Se possiamo misurarla, possiamo pertanto premiare chi la persegue e migliora, permettendo allo stesso tempo di comunicarla al consumatore di un determinato prodotto, in modo da promuovere scelte di consumo sempre più consapevoli e partecipate.

Il MoVimento 5 Stelle ha creduto in questo meccanismo virtuoso fin dal suo ingresso in Parlamento, portando avanti importanti battaglie a tutela dei consumatori e dei produttori di qualità. Non possiamo che esprimere, dunque, grande soddisfazione per l’approvazione del nostro emendamento al decreto Rilancio che introduce un sistema oggettivo di valutazione della sostenibilità sia per il settore della zootecnia sia per quello del vino.

Nella zootecnia l’obiettivo è di assicurare un livello crescente di qualità alimentare e di sostenibilità economica, sociale e ambientale dei processi produttivi, migliorare le condizioni di benessere e salute degli animali e ridurre le emissioni nell’ambiente con l’introduzione di un segno distintivo con cui identificare i prodotti dell’allevamento. In questo settore è già stata avviata e sperimentata dal Ministero della Salute la metodologia Classy Farm, che ci auguriamo sarà quella prescelta per il sistema di valutazione.

Per quanto riguarda il settore vitivinicolo, interveniamo normativamente sulla possibilità di migliorare la sostenibilità delle varie fasi del processo produttivo del vino, come l’insieme delle regole produttive e di buone pratiche definite con uno specifico “Disciplinare di produzione”. Con l’emendamento 5 Stelle permettiamo al ministero delle Politiche Agricole di disciplinare la sostenibilità anche ad altre filiere agroalimentari perché ogni prodotto ha un suo percorso e, in collaborazione con la ricerca, riusciremo a marchiare come “sostenibili” sempre più prodotti.

L’Italia avrà così uno standard unico che farà crescere il Paese in modo coerente sotto un unico “cappello” e che ci permetterà di presentarci nei mercati internazionali con una maggiore forza e credibilità, perché se iniziamo il made in Italy alla sostenibilità, avremo un vantaggio competitivo con i nostri prodotti ancora per tanti anni.