Il decreto Scuola è legge. Mettiamo al centro il futuro del Paese

La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il decreto Scuola, un decreto importantissimo perché segna il primo passo verso la riapertura di settembre dopo mesi di dolorosa, ma necessaria, sospensione delle lezioni in presenza. Le tante norme messe a punto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e dal governo, potenziate grazie al lavoro parlamentare, consentono al sistema scuola di riprendere a operare con più risorse, più certezze e meno burocrazia. A partire dalla conclusione dell’anno scolastico in corso, che sarà caratterizzato da esami di maturità in presenza, basati su una sola prova orale, svolti in piena sicurezza, per dare ai nostri figli la possibilità di affrontare come meritano uno dei momenti più belli e delicati della loro vita.

Di fronte a una crisi senza precedenti, abbiamo subito messo in campo misure e fondi che hanno consentito a studenti, famiglie, docenti e personale scolastico tutto di affrontare, non senza sforzi e difficoltà, quella che probabilmente è la sfida più grande della storia repubblicana: garantire un diritto primario e universale come quello all’istruzione mentre le scuole erano costrette a sospendere le attività in presenza. 

Il decreto Scuola appena convertito in legge guarda al futuro e innanzitutto alle prossime settimane, con norme che permetteranno di svolgere gli esami di Stato in forma semplificata per tener conto dell’impatto della pandemia, ma con una prova orale seria e adeguata all’importanza dell’evento. 

Ai maturandi e agli studenti della cosiddetta terza media vanno i nostri auguri più grandi: anche per questi ultimi sarà un esame particolare, con la valutazione di un elaborato presentato e discusso a distanza con i docenti.

Nel decreto abbiamo poi inserito una norma fondamentale per semplificare le procedure legate all’edilizia scolastica e consentire quindi di realizzare interventi con maggiore rapidità. Questa norma si aggiunge a importanti stanziamenti realizzati proprio negli scorsi mesi: 510 milioni assegnati a marzo agli enti locali e altri 320 milioni nell’ambito della Programmazione unica nazionale 2018-2020. 

Il testo contiene inoltre le norme sulla valutazione, sia per l’ammissione al prossimo anno scolastico sia per l’abbandono, dal prossimo anno, della votazione in decimi e il contemporaneo passaggio al ben più adeguato giudizio per i bambini della scuola primaria. Un passaggio quanto mai opportuno, perché il processo di apprendimento dei bambini non può essere valutato in numeri. 

Infine due novità importanti per quanto riguarda i docenti. La prima è l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto e la loro trasformazione in graduatorie provinciali già da quest’anno: avremo finalmente una procedura digitalizzata per la gestione delle supplenze, che permetterà ai docenti già iscritti di aggiornare la propria posizione e agli aspiranti docenti di potersi iscrivere. 

La seconda novità è il concorso straordinario per 32mila precari con 36 mesi di servizio, una soluzione trovata nei giorni scorsi che garantisce il merito e la qualità dell’istruzione, e che si inserisce nel piano già avviato di circa 80mila assunzioni nei prossimi mesi. 

La lotta al precariato scolastico è sempre stata una priorità assoluta del MoVimento 5 Stelle, e continuerà ad esserlo: le nostre scuole hanno bisogno di docenti motivati, professionalmente preparati, non certo di professionisti mortificati da anni di supplenze e incertezza. Anche questo è qualità della didattica!

In questi mesi alla comunità scolastica è mancata soprattutto la socialità, lo stare insieme in presenza, che è una componente essenziale del processo educativo. Per questo continuiamo a lavorare per riportare tutti i nostri ragazzi a scuola a settembre, in totale sicurezza, con un’attenzione particolare a chi ha vissuto questi mesi con maggiore difficoltà, a chi non è riuscito in tutto o in parte a seguire il passo della didattica a distanza, a chi rischia di restare indietro a causa della pandemia. Il contrasto alla dispersione scolastica, all’abbandono scolastico, alla povertà educativa dovrà sempre restare il primo obiettivo della nostra azione politica, insieme alla valorizzazione dei talenti di ciascun ragazzo.

E la vera sfida sarà, come più volte hanno ripetuto la ministra Azzolina e il presidente Conte, mettere l’istruzione al centro del piano di ricostruzione dell’Italia, partendo dalla programmazione dei finanziamenti legati all’emergenza che arriveranno dall’Europa, passando per le programmazioni finanziarie della prossima legge di Bilancio e arrivando ai piani di finanziamento del prossimo bilancio dell’UE 2021-2027. 

Abbiamo davanti una grande occasione e faremo di tutto per coglierla: fare sempre di più della scuola, e quindi dei nostri bambini e ragazzi, il pilastro intorno al quale risollevare il Paese.