Con 5,6 miliardi la scuola riparte in sicurezza

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha varato le linee guida per riportare in classe studentesse e studenti. C’è un miliardo in più per l’adeguamento degli spazi e l’assunzione di personale

La scuola riaprirà a settembre e con le risorse necessarie per garantire in tutti gli edifici la massima sicurezza. In concomitanza con la pubblicazione delle Linee guida per la ripartenza, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno annunciato che le scuole italiane disporranno di un miliardo di euro in più rispetto ai 4,6 già stanziati da inizio anno. Fondi per l’edilizia scolastica, per la gestione dell’emergenza, per la chiusura dell’anno scolastico in corso e per l’avvio del prossimo.

Da gennaio a oggi abbiamo stanziato 1,5 miliardi con il decreto Rilancio, 85 milioni nel Cura Italia per tablet e pc da affidare a studentesse e studenti meno abbienti (70 mln), alla formazione dei docenti (5 mln) e all’acquisto di piattaforme digitali (5 mln). Un altro miliardo di fondi Pon sono andati all’edilizia leggera (330 mln), al digitale, alla formazione, al supporto amministrativo alle scuole e presto 236 milioni consentiranno a studenti meno abbienti di acquistare libri di testo e kit didattici. Solo quest’anno per l’edilizia scolastica sono stati sbloccati 798 milioni di euro e altri 332 sono in arrivo a breve. A questi si aggiungono gli 885 milioni per edilizia in arrivo per le sole scuole di secondo grado (le superiori).

Per organizzare al meglio l’avvio in presenza e in sicurezza del nuovo anno saranno operativi dei tavoli regionali in grado di monitorare le esigenze emerse dalle singole scuole consentendo al ministero dell’Istruzione di destinare risorse aggiuntive tratte proprio dalla nuova dotazione di un miliardo di euro, per risolvere le eventuali criticità. La ministra Azzolina ha anche annunciato che da luglio, grazie al taglio del cuneo fiscale, gli stipendi degli insegnanti aumenteranno tra gli 80 e i 100 euro e che ci saranno 50mila assunzioni a tempo determinato (oltre ai posti a tempo indeterminato, per un totale di circa 80.000, già messi a concorso nelle scorse settimane).
Continuerà, in parallelo, il lavoro già avviato in queste settimane di progettazione di un Piano pluriennale di intervento attraverso il finanziamento dei nuovi fondi europei, a partire dal cosiddetto Recovery fund.

Serve un Piano coerente di rilancio che ci consenta di metterci definitivamente alle spalle la stagione dei tagli indiscriminati, 10 miliardi almeno tolti all’istruzione, operati dai governi passati. Questo Piano deve partire dal tema dell’edilizia e della sicurezza di studentesse, studenti e personale per dar vita a un radicale rinnovamento degli spazi e della didattica, investendo sulla digitalizzazione, sulla formazione dei docenti, sulla lotta alla povertà educativa e su una effettiva apertura delle scuole ai territori. L’istruzione dei nostri figli è l’investimento più proficuo che possiamo fare, la base da cui far ripartire il Paese.