I social ai tempi del coronavirus: intervista all’esperto di Facebook Italia

Continua, come ogni mercoledì, il ciclo di approfondimenti e interviste della rubrica “Educazione Digitale” del Blog delle Stelle. Dopo l’intervista della settimana scorsa nella quale abbiamo fatto il punto sull’impegno di alcune realtà del mondo open source durante l’emergenza Coronavirus, oggi intervistiamo Angelo Mazzetti, public policy manager di Facebook Italia.


• Angelo Mazzetti quali strumenti o iniziative Facebook ha attivato durante l’emergenza Coronavirus?

Durante l’emergenza COVID-19, l’impegno di Facebook nei confronti dei cittadini si è concentrato su iniziative volte ad assicurarsi che tutti abbiano informazioni accurate e a fermare la disinformazione e i contenuti dannosi.

Il 18 marzo  abbiamo reso disponibile in Italia il Centro Informazioni sul Coronavirus, che compare nel News Feed degli utenti e fornisce alle persone un punto di riferimento unico in cui trovare le ultime informazioni. Inoltre, gli utenti che cercano informazioni relative al Coronavirus su Facebook e Instagram, posso vedere un pop-up che li indirizza all’Organizzazione Mondiale della Sanità o, in Italia, al Ministero della Salute.

Attraverso questi strumenti abbiamo indirizzato oltre 2 miliardi di persone alle fonti autorevoli delle autorità sanitarie e più di 350 milioni di persone hanno cliccato per saperne di più.

• Facebook è tra i principali veicoli di informazione, e disinformazione, sul Coronavirus. In che modo la vostra azienda si sta adoperando a favore di una corretta informazione?

In riferimento alla lotta alla disinformazione, ad oggi siamo stati in grado di eliminare centinaia di migliaia di notizie false che potrebbero provocare imminenti danni fisici alle persone, come ad esempio la teoria secondo cui bere candeggina potesse curare il Coronavirus.

Dai prossimi giorni, inoltre, mostreremo nuovi messaggi sul News Feed di Facebook (Sezione Notizie) delle persone che hanno interagito con contenuti di disinformazione dannosi relativi al COVID-19, che sono stati poi rimossi. Questi messaggi li indirizzeranno a consultare la pagine dedicata ai miti su COVID-19 sfatati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per quanto riguarda invece le affermazioni che non provocano direttamente danni fisici, come ad esempio le teorie cospirazioniste sull’origine del virus, continuiamo a lavorare con più di 60 organizzazioni di fact-checking che verificano i contenuti in più di 50 lingue in tutto il mondo. Durante il mese di marzo, nel mondo, abbiamo mostrato avvisi di notizia falsa su circa 40 milioni di post su Facebook, basati su circa 4.000 articoli di analisi ad opera dei nostri partner indipendenti per il fact-checking. In circa il 95% dei casi, quando le persone hanno visualizzato quegli avvisi, non sono andate a vedere il contenuto originale.

Stiamo inoltre impedendo alle persone di pubblicare inserzioni che cercano di sfruttare la situazione, per esempio, sostenendo che i loro prodotti possano curare il virus. Abbiamo vietato anche le inserzioni pubblicitarie di mascherine, prodotti disinfettanti e kit di test COVID-19 per prevenire abusi e sovrapprezzi.

Infine, in Italia abbiamo lanciato un progetto pilota per il fact-checking su WhatsApp con Facta (il nuovo progetto di Pagella Politica), nell’ambito dell’iniziativa di co-regolamentazione definita da Agcom. L’obiettivo del progetto è di contribuire attivamente a contrastare la disinformazione nel nostro Paese e aiutare le persone in Italia a restare informate e sicure. Questo servizio permette agli utenti di WhatsApp di inviare a Facta – attraverso il numero +39 345 6022504 messaggi ricevuti sulla piattaforma riguardanti il COVID-19, in modo che il fact-checker possa verificarne l’accuratezza. Facta manda una notifica all’utente che ha inviato la richiesta e, se si tratta di una nuova notizia falsa, la esamina pubblicando l’analisi sul suo sito web: www.facta.news.

L’iniziativa è stata proposta da Facebook nell’ambito della “Task Force sulle Piattaforme Online e i Big Data” lanciata da Agcom in risposta alla crisi COVID, a seguito di quanto previsto dal decreto “Cura Italia” (decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18), di cui Facebook fa parte.

Nell’ambito del progetto ‘Data for Good’ state fornendo al Governo italiano dati aggregati e anonimizzati allo scopo di rintracciare tutti i contatti di una persona contagiata. Può darci dettagli su questo progetto?

Mentre gli operatori sanitari sono in prima linea a salvare vite umane, le autorità sanitarie hanno bisogno di dati relativi alla popolazione per comprendere come si sta diffondendo l’epidemia e come possono indirizzare al meglio i loro sforzi.

Il programma Data for Good condivide alcuni strumenti pubblici e ne mette altri a disposizione unicamente di ricercatori sanitari e organizzazioni no-profit che hanno firmato un accordo di licenza per i dati per aiutarli a studiare meglio l’emergenza del coronavirus. Il set di dati pubblici comprende mappe ad alta risoluzione della densità della popolazione, realizzate con dati di censimento e immagini satellitari. Si tratta di dati aggregati e anonimizzati a tutela della privacy delle persone. In Italia, stiamo collaborando con l’Università di Pavia, l’Università di Venezia e il Politecnico di Milano.

Abbiamo recentemente introdotto 3 nuove tipologie di mappe a sostegno delle attività di previsione delle malattie e delle misure di protezione, mettendole a disposizione dei ricercatori che includono quelle di co-localizzazione, che rivelano la probabilità con cui le persone in una zona vengano a contatto con le persone in un’altra, aiutando a capire dove potranno comparire casi di COVID-19 in futuro. Ad esse si affiancano i trend di mobilità che mostrano a livello regionale se le persone stanno vicino a casa o visitano molte parti della città; in questo modo si possono ottenere indicazioni per capire se le misure preventive procedono nella giusta direzione. L’indice delle connessioni sociali mostra, invece, le amicizie tra persone collocate in diverse aree geografiche. Possono aiutare gli epidemiologi a prevedere la probabilità di diffusione della malattia, ma anche capire dove le aree più duramente colpite dal COVID-19 potrebbero cercare sostegno.

Quale ruolo stanno giocando i social network durante questa emergenza? Può fornirci qualche dato?

Da quando l’emergenza COVID-19 ha colpito il nostro Paese modificando le abitudini delle persone, i social sono diventati il luogo dove si stanno concentrando le conversazioni degli italiani,  abilitandoli a tenere vive le connessioni a distanza. Facebook ha rilevato che il tempo speso nelle proprie app in Italia è aumentato fino al 70%. Nello specifico le chiamate vocali e i video su Messenger e WhatsApp sono più che raddoppiati, mentre la messaggistica è aumentata di oltre il 50% e il tempo nelle chiamate di gruppo (chiamate con tre o più partecipanti) di oltre il 1.000% nell’ultimo mese. Anche le visualizzazioni dei Live su Instagram e Facebook sono aumentate, raddoppiando in una settimana.

Ma i cambiamenti non riguardano solo il tempo di utilizzo: come spesso accade in tempi di crisi, abbiamo notato che le persone utilizzano Facebook in modi davvero sorprendenti, in particolare per supportarsi e aiutarsi a vicenda. L’Italia è un grande esempio in questo senso: stiamo vedendo ad esempio che la gente usa Facebook per offrirsi di andare a prendere la spesa o a portare a spasso i cani per i vicini più anziani, inviare newsletter giornaliere con attività per intrattenere i bambini mentre le scuole sono chiuse e persino assistere a spettacoli teatrali in streaming. Più di 3 milioni di italiani fanno, infatti, parte di gruppi di supporto istituiti per fronteggiare l’emergenza COVID-19.

Anche i contenuti pubblicati a supporto degli italiani durante l’isolamento sono stati numerosi: oltre 4 milioni di persone hanno scritto post e commenti che includevano gli hashtag #andratuttobene o #iorestoacasa.

La potenza di un social network come Facebook è servita in modo molto concreto per raccogliere fondi in occasione di diverse emergenze. Come funziona questo strumento?

Ogni giorno persone in tutto il mondo utilizzano gli “strumenti di beneficenza” per raccogliere attraverso Facebook fondi a sostegno di ONG, comunità e persone che si trovano in difficoltà per molteplici cause. Dal 2015, anno in cui sono stati introdotti gli strumenti per la raccolta fondi, ad oggi sono stati raccolti sulla piattaforma 2 miliardi di dollari per cause personali e a sostegno di organizzazioni non-profit in tutto il mondo. Grazie a due funzionalità in particolare, “Raccolte fondi” e “Fai una Donazione”, oltre 45 milioni di persone hanno fatto una donazione o lanciato una raccolta fondi. Non solo le organizzazioni non-profit, quindi, ma tutti i cittadini possono avviare una raccolta fondi a favore di una causa a cui tengono attraverso pochi semplici passaggi su Facebook.

E’ stata attivata una raccolta fondi ufficiale su Facebook in Italia per permettere ai cittadini di dare un contributo per l’emergenza Coronavirus. In caso contrario chi potrebbe farlo e a cosa servirebbe?

Facebook Italia ha supportato, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, la campagna di fundraising lanciata da Croce Rossa Italiana “Il Tempo della Gentilezza” per potenziare il trasporto speciale con ambulanze di alto-biocontenimento, l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e ampliare i servizi assistenziali alle persone con maggiori fragilità sociali e sanitarie come la consegna di farmaci e spesa.

A livello globale, inoltre, abbiamo lanciato due importanti raccolte fondi: una per il COVID-19 Solidarity Response Fund dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e una per la lotta al Coronavirus della Fondazione CDC, per ciascuna delle quali doneremo fino a 10 milioni di dollari.

In questi giorni difficili la tecnologia e la rete stanno giocando un ruolo chiave per permettere alle persone di comunicare, eppure in tanti non hanno ancora accesso a un computer, alla rete o non sanno come usufruirne. Dal punto di vista dell’educazione digitale Facebook ha prodotto strumenti utili ad avvicinare all’utilizzo del PC o della rete anziani o persone a bassa alfabetizzazione digitale?

Da tempo Facebook è impegnata nello sviluppo delle competenze digitali.

Questo impegno si è concretizzato ulteriormente in Italia nel 2018, quando abbiamo aperto a Roma – presso l’Hub di LVenture Group e LUISS EnLabs alla Stazione Termini di Roma – Binario F, uno spazio fisico aperto alla comunità e dedicato alla formazione e allo sviluppo delle competenze digitali di persone, imprese, associazioni ed istituzioni. Grazie a Binario F siamo stati in grado di formare, negli ultimi due anni, oltre 100.000 persone in Italia.

Tutte le attività di formazione di Binario F – realizzate attraverso programmi di Facebook, ma anche di vari partner esterni o organizzati dalla Community stessa – sono totalmente gratuite e aperte a tutti coloro che hanno l’esigenza di sviluppare le proprie competenze digitali. I vari programmi che si svolgono a Binario F includono iniziative che promuovono l’uso inclusivo delle nuove tecnologie anche per le categorie a bassa alfabetizzazione digitale, tra cui i migranti e gli over 65.

Esistono degli strumenti che possano aiutare  i genitori a monitorare o a permettere un accesso più sicuro alla rete per i loro figli?

E’ molto importante che gli adolescenti possano usare Facebook con una piena consapevolezza delle nozioni e degli strumenti che servono loro per proteggere le informazioni che li riguardano. Per questo, da tempo abbiamo reso disponibile il Portale per gli Adolescenti, uno spazio dove i ragazzi potranno trovare suggerimenti sulla sicurezza, su come segnalare contenuti e su come decidere chi può vedere ciò che condividono, ma anche delle brevi guide su come ottenere il massimo dai prodotti Facebook come Pagine, Gruppi, Eventi e Profilo, informazioni su che tipo di dati Facebook raccoglie e sul modo in cui vengono utilizzati, e delle dritte su cosa fare se si ha bisogno di una pausa dai social network. Sappiamo però che spesso anche i genitori hanno domande o dubbi su Facebook. Che si tratti del proprio account o di quello dei propri figli, abbiamo messo loro a disposizione il Portale per i genitori, con informazioni e suggerimenti utili per gestire al meglio la loro esperienza su Facebook e aiutare i figli a destreggiarsi con la loro.


Leggi i precedenti articoli della rubrica “Educazione Digitale”

• EDUCAZIONE DIGITALE: PARTE LA RUBRICA PER NAVIGARE SUL WEB IN MODO SICURO E CONSAPEVOLE – di Barbara Floridia
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