Fase 2, al Senato mozione per strategia nazionale sulla parità di genere

Il MoVimento 5 Stelle nella commissione d’inchiesta sul Femminicidio del Senato


La situazione di emergenza legata all’epidemia da Coronavirus e le necessarie misure di contenimento hanno colpito in particolare le donne. 6 milioni 440 mila di loro hanno continuato a lavorare, due terzi del totale delle occupate. Sempre le donne in tanti casi hanno fornito il contributo maggiore durante le settimane di più grave emergenza, basti pensare al settore della sanità, della grande distribuzione alimentare, o della scuola, che non si sono mai fermati, risultando così in un forte sovraccarico di lavoro, che grava soprattutto sulle madri con figli.

Per questo, insieme a molte senatrici e senatori del MoVimento 5 Stelle e delle altre forze politiche di maggioranza, al Senato abbiamo presentato una mozione che impegna il governo ad adottare una ‘Strategia Nazionale per la parità di genere’, con lo scopo di colmare i divari di genere nel mondo del lavoro e sviluppare il pieno potenziale femminile.

La mozione richiede al governo anche di: valutare l’opportunità di individuare dei beni confiscati alle mafie da destinare ad uso delle imprese femminili; predisporre un Piano straordinario di misure per il sostegno e l’incentivazione del lavoro femminile in modo da rendere compatibili i tempi della vita e del lavoro e finalmente reale la condivisione del carico del lavoro di cura.

Dobbiamo consentire sia alle donne che agli uomini la possibilità di dedicarsi alla famiglia senza correre il rischio di perdere il lavoro; intervenire sulla normativa sullo smart working, che è un’ottima soluzione ma deve essere ben regolamentato in modo che sia rispettato il diritto di disconnessione e in modo che siano le lavoratrici e i lavoratori a scegliere l’organizzazione dei tempi del loro lavoro; predisporre un Piano nazionale dei tempi e degli orari che favorisca la compatibilità tra orario di lavoro e le esigenze derivanti dalla forte riduzione dei servizi; tutelare il lavoro di cura e quindi la figura del caregiver familiare, che spesso è rivestita dalle donne; fare il massimo per superare le ulteriori discriminazioni e i maggiori ostacoli che anche in ambito lavorativo trovano particolari categorie femminili come le vittime di violenza, le vittime di tratta, le donne sopravvissute al business della prostituzione, le donne lesbiche e le donne transgender; promuovere ogni iniziativa per sostenere la crescita e l’educazione dei bambini e delle bambine di tutte le famiglie, anche monoparentali; introdurre misure finalizzate alla riduzione del digital divide che ancora oggi penalizza le donne; garantire una paritaria progressione di carriera per le donne, in modo da eliminare quel “tetto di cristallo” che ha finora impedito loro di occupare ruoli apicali sebbene ne avessero le competenze.

Sono giorni in cui stiamo sperimentando il passaggio alla fase 2, il recupero di alcune libertà fondamentali, grazie soprattutto ad una corretta e rigorosa gestione della fase più difficile dell’emergenza. Il nostro governo e i comitati di esperti stanno pianificando ogni dettaglio per la migliore organizzazione dei prossimi mesi.

A nostro avviso è questa la grande occasione per cambiare paradigma e creare per la nostra società un nuovo modello di sviluppo sostenibile, una diversa organizzazione della società e del mondo del lavoro. Serve una vera parità di genere, non per una mera questione numerica, ma perché una prospettiva di genere rappresenta un autentico arricchimento del pensiero e delle conoscenze a disposizione del nostro paese.