Una settimana con Rifkin – 3. Dalle autostrade alle reti intelligenti

Jeremy Rifkin è un famoso economista statunitense di grande visione. Autore di oltre 20 libri tra i quali economia all’idrogeno scritto 20 anni fa fino ad arrivare alla Terza Rivoluzione industriale e il suo più recente Green New Deal.



DAVIDE CASALEGGIO:
Crede che le nuove infrastrutture  che dovrebbero essere costruite oggi  siano legate alla nuova comunicazione,  nuovi modi di muoversi e nuovi sistemi energetici? 

JEREMY RIFKIN: Nuova logistica di mobilità, sì!

D.C.: Da ciò che scrive nel suo libro,  il nuovo sistema energetico che immagina  è una rete intelligente che crea energia nelle case  o la distribuisce comunque nel territorio. Nel suo libro scrive anche che se tutti i tetti di una città avessero i pannelli solari,  produrrebbero solo il 40% del necessario. Occorrerebbe ugualmente l’energia distribuita. 

J.R.: Sì,  c’è una colonna portante in ogni infrastruttura.  Ricordate che sono estensioni di ogni organismo. Le tre colonne portanti sono  la comunicazione, ovviamente, l’energia, che la mantiene in vita e la mobilità e la logistica.  E’ stato importante iniziare una seconda rivoluzione prima della depressione e della guerra mondiale,  poi negli anni ’50 l’abbiamo completata con il sistema autostradale federale. In quel modo il sistema è diventato “maturo”.  Il presidente Eisenhower, vedendo le autostrade tedesche durante la guerra, quando era generale a comando delle forze armate,  disse che erano esattamente ciò che ci occorreva. Era preoccupato, da un lato sapeva che ci serviva una nuova infrastruttura economica  che potesse unire l’America in modo molto più efficiente, cioè le autostrade federali, ma aveva capito che esisteva un problema di sicurezza  e nel periodo della guerra fredda si temeva la guerra nucleare. Si chiedeva come evacuare le città in caso di una guerra nucleare con molti morti potenziali.  Il sistema delle autostrade federali era un modo senza semafori per un’evacuazione rapida. Questo venne chiamato Defense Act. Il sistema delle autostrade federali era un atto di difesa. 

Oggi, la colonna portante, quella nuova, è un internet dell’energia distribuita a corrente continua, ad alta potenza. Questo è la colonna portante del sistema.

Ciò significa che centinaia di milioni di persone e presto tutte le persone al mondo produrranno la propria energia solare, eolica, geotermica dove abitano, lavorano, sta diventando sempre più economico, ma poiché questa energia è intermittente, deve essere condivisa.

Se c’è molto sole in una parte del continente, si può conservare per quella che non ha molto sole a disposizione, per dove è notte, si condivide.

Se una regione è molto ventosa, si può conservare l’energia eolica e fornirla ad un’altra regione. È un sistema distribuito e i sistemi si muoveranno nei continenti e attraverso gli oceani.

Ho parlato con gli AD delle maggiori aziende via cavo, le persone che fanno questo in tutto il mondo da mesi. Ora vogliono implementare un sistema via cavo subacqueo per condividere energia solare ed eolica tra Europa e America e dall’Alaska al Cile nel continente, dall’Eurasia con la Via della Seta.

Si connetteranno in tutto il mondo dove sarà distribuita, ciò significa che se il sistema energetico si guasta da qualche parte nel continente, magari a causa di un evento climatico, un blackout, un cyber-attacco terroristico, ci si può disconnettere dalla rete e passare dalla distribuzione alla decentralizzazione.

Occorre una tecnologia da 25 dollari circa per connettersi e tutti stanno iniziando a ottenerla, si può passare ad una mini rete e continuare ad alimentare il proprio quartiere, a garantire la mobilità, la logistica, l’energia, l’elettricità, la comunicazione.

Il sistema è creato per essere sia distribuito e se in caso di eventi climatici, cyber-attacchi terroristici o guerra, per disconnettersi dalla rete e ri-assemblare, decentralizzare in mini rete nelle comunità di quartiere.

Questo si fa già. Tutto ciò che ti sto dicendo stamattina si sta già facendo, sappiamo che può funzionare, è fattibile commercialmente, ma non si fa in scala.

La Germania lo ha appena fatto, bisogna darle credito, ha annunciato che un internet dell’energia ad alta potenza sarà distribuito in tutta la nazione. 

Andrà dal nord della Germania al sud perché ci sono molto sole e vento, c’è molto potenziale eolico nella Germania del nord ed è meno popolata, si può implementare energia eolica e solare su larga scala e poi su questa rete di distribuzione inviarla alla Germania del sud dove si trovano tutti i grandi centri urbani.

Questo deve succedere in tutta Europa, deve essere la colonna portante.

Una rete internet di energia distribuita a corrente continua con ampi movimenti di elettricità che avvicina tutta l’Europa perché significa che alcune parti dell’Europa la condividono con altre, si impara ad essere una comunità. Costringe alla condivisione.

In altre parole, forza le persone a rendersi conto che sono connesse alla biosfera, sono connesse al vento, al sole, alle correnti e al geotermico sono connesse tra loro. Obbliga alla condivisione e alla voglia di condividere perché si deve, è interessante, e in caso di emergenza, ci si può disconnettere dalla rete.

Significa anche che nessun potere politico la può controllare. Faccio un esempio. Come sai, lavoro anche con la leadership della Cina.

D.C.: Sì 

J.R.: Ecco ciò che accade: l’Europa è il maggior partner economico della Cina e la Cina è il secondo partner commerciale dell’Europa. Presto saranno i maggiori partner commerciali reciproci, sono inseparabili.Condividono un continente, l’Eurasia e si uniranno, senza dubbio. Ci saranno polemiche su scambi e diritti umani, su tutto, ma si uniranno e gran parte dei cinesi ha una leadership e la società cinese ha molto in comune con l’Europa, intellettualmente, in termini di linee ingegneristiche di tutto, ma le persone si chiedono cosa ne sarà della Via della Seta? Capisci?

Come inciderà tutto questo? Facciamo un passo indietro. Nel 2012 il premier Li ha assunto la sua carica con il presidente Xi. Non li avevo incontrati, ma ha detto di aver dichiarato nella sua biografia di aver letto il mio libro ‘La Terza Rivoluzione Industriale’, il che mi ha sorpreso.

Ha ordinato al governo di agire su ciò che sto condividendo con te stamattina. Poi Wang Yang, il numero quattro nella gerarchia, il vice premier, ma il numero quattro del comitato permanente ha seguito il libro.

Ho iniziato delle visite formali in Cina anche se il mio lavoro è soprattutto in Europa, nell’UE, e in queste visite formali abbiamo creato un progetto che ora è l’attuale progetto di cinque anni in movimento, il China Net Plus.

Lungo il percorso, all’inizio, hanno parlato della Via della Seta. In origine, doveva essere una rete ferroviaria in Eurasia, che era perfetta per il XIX secolo. Ma qui si parla di una rivoluzione digitale. Deve essere un’infrastruttura del XXI secolo, della terza rivoluzione industriale in Eurasia, da Shanghai a Rotterdam.

E ora sono passati a questo. Abbiamo rinominato la Via della Seta: Via della Seta ecologica digitale, come sai. Ne abbiamo parlato molto e l’MITT, il Ministero per l’innovazione tecnologica e industriale per cui ho fatto da consulente, mi ha chiesto di scrivere un’introduzione per la Via della Seta, che ho scritto. Te ne invierò una copia. Questa è l’idea tra Europa e Cina, unire tutto il mondo in via di sviluppo dell’Eurasia, in questo. Le persone si chiederanno come facciamo a fidarci dei cinesi. 

Non tenteranno di controllare tutto questo? Per mia esperienza, non credo, ma nessuno potrebbe farlo. 

Gli Stati Uniti ad esempio, non potrebbero controllare una rete elettrica dall’Alaska al Cile. Non può succedere per la natura del sistema. Non credo che la Cina voglia fare questo, credo che vogliano essere influenti, ma credo che siano consapevoli, come me, che tutti, ovunque, possono disconnettersi dalla rete.

Come si controllano miliardi di persone che producono energia solare ed eolica in comunità locali in Eurasia? Né l’UE né la Cina potrebbero farlo perché tutti possono disconnettersi dalla rete quando vogliono.

Se l’UE provasse a controllare la Via della Seta non potrebbe, è troppo distribuita. Questo è il vantaggio dei centri dati edge, come sai.

Come si fa a controllare questi centri dati edge da un luogo centralizzato?

Si può provare con il malware, ma ci si può proteggere.

Sono abbastanza ottimista, sto provando a fare previsioni ottimistiche; sono abbastanza fiducioso che Cina ed Europa tracceranno la strada, l’Europa vuole l’accordo ecologico e anche noi, la Cina vuole la civiltà ecologica. Lo so, lavoro con entrambe, credo che vogliano questo. Il problema saranno gli Stati Uniti, quello sarà il vero problema. Ma il problema in Europa poi sarà il bisogno di una leadership: ci sono quattro Paesi che devono guidare tutto ciò, la Germania, la Francia, l’Italia e la Spagna. L’Italia deve fare da leader, questo è un momento per avere influenza su scala molto più vasta. 

L’Italia è stata l’ideatrice, tutti l’hanno detto, non credo che le persone si accorgano del ruolo che abbia avuto l’Italia, non è solo merito di Francia e Germania, l’Italia ha giocato un ruolo intellettuale importante.

In Europa, pensiamo che le regioni debbano fare questo. Quando organizzeremo Smart Europe, faccio parte del comitato delle regioni dell’UE, avremo 327 regioni. Sono responsabili per le loro infrastrutture, Davide, lo sai.

I governi nazionali danno soldi all’UE, l’UE attraverso l’IB e i fondi di coesione li distribuisce alle regioni.

Le regioni devono fare ciò che abbiamo fatto a Hauts-de-France, in Olanda, in Lussemburgo, devono implementare, ma occorre competenza.

In Italia, vi occorre tutta la competenza delle vostre università, la Sapienza, tutte le università, e poi vi occorre la competenza della comunità commerciale. Dovete unirle, ma poi il vostro movimento politico paritario in quelle regioni dovrà partecipare a queste assemblee paritarie.

I soldi ci sono. Per le regioni che scalano i progetti, ci sono 11 trilioni e ci sarà di più perché le immobilizzazioni non tornano indietro. Citibank dice che ci sono 100 trilioni di dollari in immobilizzazioni.

Ho visto delle cifre nuove recentemente: ci sono almeno 50 trilioni, tantissimo! Sono i diritti esplorativi che non saranno mai ammortizzati, tutti i combustibili fossili che resteranno nel terreno, tutte le tubature che non verranno usate, le raffinerie abbandonate, questo non cambierà.


Una settimana con Jeremy Rifkin torna domani sul Blog delle Stelle…

Rileggi qui le altre interviste di Davide Casaleggio per la rubrica “L’economia ai tempi del Coronavirus”

• Intervista a Jean Paul Fitoussi

• Intervista a Wolfgang Münchau

• Una settimana con Rifkin – 1. L’era della resilienza

• Una settimana con Rifkin – 2. Le tre infrastrutture di ogni rivoluzione industriale