Il virus come biforcazione della storia

Nello scenario mondiale, oggi, assoluto protagonista è un microscopico virus che è stato capace di fermare il mondo intero: la chiave di lettura del futuro prossimo deve partire, secondo il mio punto di vista, da una riflessione sui fattori che hanno portato alla creazione di una serie di problemi che oggi, grazie a questo “protagonista”, sono elevati alla massima potenza e procedere ad una formulazioni di azioni volte a scardinare sicurezze “effimere” e crearne di nuove.

Negli ultimi 200 anni abbiamo consumato milioni di anni di energia solare concentrata (le fonti fossili) producendo un forte aumento di turbolenza in atmosfera ed una potente trasformazione delle modalità di vita del genere umano. La grande disponibilità di energia a basso costo ha riscritto le distanze e la velocità di trasferimento di persone e merci, ha prodotto un incremento demografico di più di sette volte ed oggi la popolazione delle aree a maggior industrializzazione sta rapidamente invecchiando, a causa della diminuzione della fertilità. Tanta energia si è tradotta in un aumento della produttività ma, di contro, il flusso economico si è spostato verso il capitale piuttosto che verso il lavoro.

Il trentennio post bellico con il suo slancio verso le conquiste sociali è oramai un ricordo reso sbiadito dal fortificarsi dell’ideologia liberista in cui la finanza si è distaccata dalla produzione reale. Le disuguaglianze dei livelli di ricchezza sono esplose soprattutto nei paesi di lingua anglosassone ma non hanno risparmiato i paesi latini, Italia inclusa. Il debito aggregato in Irlanda ed Olanda supera il 600% del PIL. Il rapporto tra debito estero e le riserve della Cina è di 0,5 quello degli USA è di 140. La globalizzazione commerciale è esplosa quando il costo del trasporto navale è passato dal 60% al 8% del valore della merce. Negli ultimi 20 anni al posto delle sette sorelle del petrolio ci sono le sette sorelle del web[¹] che insieme valgono (20 febbraio) 6450 miliardi di dollari. Se fossero uno Stato sarebbero terzi nella classifica del PIL. Sei di loro hanno la sede in un paradiso fiscale. Iniziano già oggi ad affacciarsi alcune tecnologie come l’intelligenza artificiale, le nanotecnologie, la computazione quantistica che possono cambiare il nostro futuro ma se non governate bene possono miniaturizzare l’influenza umana.

Dal 1980 ad oggi l’Uomo ha sposato la visione meccanicistica della produzione tendendo a diventare esso stesso parte del sistema produttivo. La vecchia classe operaia e la borghesia si sono divise in mille rivoli in cui ogni individuo ha cercato di trovare la sua strada. Il senso di collettività, di Nazione, basato sulla condivisione di un progetto comune, è andato scemando. Il mercato che si autoregola, in base all’equilibrio tra domanda ed offerta, ha mostrato tutti i sui limiti.

In questo quadro è necessario rafforzare il ruolo dello Stato nei settori strategici, cosi come la possibilità per i cittadini di diventare collettivamente e su base locale attori del processo economico. Uno Stato centrale più forte e dei cittadini più organizzati con un sistema intermedio più snello.

Un’Unione Europea più coesa che assimila il concetto fondamentale che l’unica competizione “sana” è quella con gli attori extra UE (piuttosto che quella interna), magari partendo dal reale contrasto ai paradisi fiscali interni ed esterni impedendo l’accesso al mercato unico alle società che eludono il fisco, avendo la sede principale in uno di quei paesi a “fiscalità agevolata”.

Le azioni da mettere in campo sono molteplici e seppur tracciate nel corpo del documento ne vengono esaminate nel dettaglio solo alcune:

        Alfabetizzare digitalmente i figli del baby boom per offrire conoscenza e servizi sanitari ed assistenziali digitalizzati;

        Realizzare una fabbrica di minerali strategici partendo dai rifiuti al fine di ridurre la dipendenza dall’estero;

        Organizzare un campus per formare i “tecnologi dello Stato” in modo interdisciplinare al fine di assicurare una efficace governance ad una macchina sempre meno burocratica;

        Creare interconnessioni tra aziende partendo dalle matrici di input-output rivisitate al fine di definire le produzioni da re-internalizzare e massimizzare le interconnessioni tra aziende italiane.

Il virus si è presentato a noi come una biforcazione della storia. La scelta di quale strada prendere dipenderà da quanto la “spinta attrattiva”[²] del genere umano verso un nuovo umanesimo sarà forte. Se non sarà sufficiente andremo incontro al buio.

Queste considerazioni sono sviluppate nel documento dal titolo “TERA-PICO dal personale al collettivo”. I contenuti esposti verranno esplicitati in una serie di post sul blog di cui questo è l’introduzione.


[1] Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet, Facebook, Alibaba, Tencent

[2] L’attrattore (in senso matematico) che porta ad una nuova situazione di stabilità