Identità Digitale: la nuova Carta d’Identità Elettronica

Quali sono le funzionalità della nuova Carta d’Identità Elettronica (CIE) emessa in Italia nel 2016 e che oggi tanti cittadini già utilizzano? Ne abbiamo parlato con Stefano Imperatori, Direttore dello sviluppo soluzioni integrate del Poligrafico.


• Ing. Imperatori, quanti cittadini italiani ad oggi stanno utilizzando la nuova CIE?

Ad oggi abbiamo quasi 15 milioni di CIE emesse, in questo momento tutti i Comuni italiani sono attrezzati per emetterla e stiamo attrezzando progressivamente anche le ambasciate e i consolati all’interno dell’Europa. 

Attualmente è obbligatorio per i Comuni rilasciare solo la CIE, solo in casi residuali ed eccezionali vengono ancora rilasciate le cartacee.

• Quali sono i vantaggi della CIE rispetto al documento cartaceo che siamo stati abituati a conoscere?

Il documento cartaceo è un documento che, a seguito di una analisi fatta da Frontex nel 2017, è risultato il documento più contraffatto a livello europeo. La CIE italiana invece è uno dei documenti tra i più sicuri a livello europeo e oltre a servire come documento di identità è utile anche, essendo una identità digitale,  per effettuare una serie di accessi a servizi della PA grazie alla tecnologia NFC o addirittura per la mobilità: al Poligrafico viene utilizzata come documento per permettere l’ingresso ai tornelli.

• Dove è possibile approfondire tutte le funzionalità e caratteristiche della CIE?

Sul sito www.cartaidentita.interno.gov.it ci sono tutte le informazioni e le caratteristiche della CIE e quelli che sono i servizi accessibili. All’interno del sito di AGID c’è anche una pagina che permette di sapere quali sono, ad oggi, i servizi della PA accessibili attraverso la CIE.

• Un cittadino dunque come può utilizzare le potenzialità della CIE nella vita quotidiana?

Un esempio concreto: in questo periodo di pandemia i cittadini per poter fare la richiesta del bonus sul sito INPS hanno potuto accedervi attraverso la CIE

• Come fa dunque un cittadino ad accedere a questi servizi nella pratica?

E’ necessario innanzitutto avere una CIE con un codice (PIN) che viene rilasciato all’atto di emissione della carta.
Dopodichè sono necessari:

  • un telefonino dotato della tecnologia NFC (ad oggi presente su quasi tutti i modelli)
  • la app ufficiale CieID rilasciata da circa un anno e mezzo, scaricabile sia da Play Store che a breve (entro maggio) da Apple Store.

Tornando all’esempio dell’INPS, un cittadino va sul sito INPS (attraverso il PC o dal telefonino), inserisce il numero della sua carta d’identità elettronica quando richiesto, a questo punto il sito gli chiederà di inserire un codice di sicurezza che l’utente potrà ricevere in questo modo: dopo aver attivato l’NFC sul suo telefonino, apre la app CieID, avvicina la sua Carta d’identità Elettronica al telefonino, digita il PIN e la app gli restituirà il codice di sicurezza da inserire nel sito. In questo modo si può dire che il telefonino fungerà da lettore di smart card. Il funzionamento è simile a quello dei codici generati dalle chiavette rilasciate dalle banche.

• Qual è quindi la differenza con un sistema come SPID che si utilizza per entrare in alcuni portali della PA?

Sono entrambi due sistemi di identità digitale, che servono a dimostrare attraverso quelli che sono i meccanismi di sicurezza previsti, la propria identità nel portale a cui si sta tentando di accedere. 

La differenza sostanziale è che però la Carta d’Identità Elettronica, è rilasciata dal Ministero dell’Interno ed è principalmente un documento d’identità e riconoscimento e nel momento in cui è stata progettata si è deciso di dotarla anche di una serie di funzionalità aggiuntive in modo che fosse possibile accedere a diversi servizi utilizzando un unico strumentonche tutti abbiamo quasi sempre a portata di mano. L’altra differenza è nella sicurezza della modalità di accesso: la CIE utilizza il massimo livello di sicurezza previsto negli schemi delle normative europee, mentre SPID usa livelli più bassi per la maggior parte delle utenze rilasciate.

• Probabilmente anche il fatto che la CIE venga rilasciata come documento d’identità obbligatorio ne agevola la diffusione.

Sì corretto, tenga conto che il numero di emissioni di CIE si aggira intorno ai 6-7 milioni all’anno. Lei prima citava SPID che ad esempio ha 6 milioni di utenti ad oggi. Si stima che entro il 2026 invece tutti i cittadini italiani saranno in possesso della CIE dal momento che un regolamento UE ha stabilito che entro quell’anno, potranno circolare solo i documenti in possesso di particolari criteri di sicurezza di cui già oggi la nostra Carta d’Identità Elettronica è dotata.

• Come fa una Amministrazione pubblica non in elenco ad attivare l’accesso ai propri servizi attraverso CIE?

Possono farlo attraverso la procedura descritta nel manuale disponibile a questo link. Semplice e senza costi aggiuntivi perché lo schema usato è analogo a quello di SPID quindi se una PA ha già SPID in brevissimo tempo abilita anche CIE

• Possono attivarlo anche i privati, ad esempio una banca o un albergo?

Assolutamente sì, in questo modo, ad esempio l’adeguato riconoscimento che è obbligatorio per una banca, può essere fatto “a distanza” con la CIE. Una bella comodità. Ma rimanendo sull’esempio della banca c’è di più: questa app gratuita che si chiama IDEA, è in grado di leggere le informazioni presenti sulla CIE. Dunque oggi se uno sportellista di banca ha un cellulare con questa app installata, quando si presenta un cliente che esibisce una CIE, lui può verificare in tempo reale e con dati certificati dal Ministero, l’autenticità del documento e la corrispondenza della foto con quella della persona allo sportello.

• Se un cittadino ha la CIE ma ha perso PIN o PUK per accedere a questi servizi. Come può fare per recuperarli?

All’atto della richiesta della CIE presso il proprio Comune viene rilasciata una ricevuta che contiene una prima parte di codice PIN e PUK, quando la carta viene poi recapitata presso l’indirizzo indicato del richiedente, viene recapitata la seconda parte sia del PIN che del PUK. In caso di smarrimento ci si può rivolgere al proprio Comune che attiverà le procedure per poter recuperare dei codici di accesso.

• Il Poligrafico si è prodigato ultimamente anche per l’emergenza Coronavirus può dirci di più?

Sì in questo periodo di emergenza anche noi abbiamo voluto fare la nostra parte utilizzando il materiale policarbonato che si utilizza per realizzare le CIE, per poter realizzare con i nostri macchinari delle visiere protettive sanitarie che abbiamo fornito alla Protezione Civile. Le prime 10.000 le abbiamo fornite proprio oggi alla Protezione Civile, complessivamente contiamo di fornirne un milione entro maggio.