Coronavirus, dieci ragioni per non andare nel panico

In questo momento di grave difficoltà sanitaria tutti siamo chiamati ad una grande responsabilità: rimanere a casa per evitare il contagio. Se lo faremo tutti a meno di comprovate necessità (ricordiamo che una persona per famiglia può andare a fare la spesa), insieme, riusciremo a debellare questo virus e possiamo farlo senza farci prendere dal panico. La scienza ci dà speranza: il World Economic Forum con un articolo di Ignacio López-Goñi, microbiologo dell’università di Navarra in Spagna, pubblicato sul suo sito l’8 marzo, fa un’analisi della situazione e chiarisce i motivi per i quali non è necessario farsi prendere dal panico.

Lo abbiamo tradotto in italiano per il Blog delle Stelle:


Al di là del fatto che classifichiamo o no il nuovo coronavirus come una pandemia, è una questione seria. In meno di due mesi, si è diffusa in molti continenti. Pandemia significa trasmissione prolungata e continua della malattia simultaneamente in più di tre aree geografiche differenti. Pandemia non si riferisce alla letalità di un virus, ma alla sua trasmissibilità e alla sua estensione geografica.

Ciò che abbiamo certamente è una pandemia della paura. I media dell’intero pianeta sono stretti nella morsa del coronavirus. È giusto avere una profonda preoccupazione e una preparazione di massa agli scenari più gravi. E, certamente, le ripercussioni vanno dalla sfera della salute globale, agli affari, all’economia.

Ma è anche giusto non farsi prendere dal panico. Sarebbe sbagliato dire che ci sono delle buone notizie dal COVID-19, ma ci sono motivi di ottimismo; ragioni per pensare che ci possano essere dei modi per contenere e sconfiggere il virus. E lezioni da imparare per il futuro.

  1. SAPPIAMO COS’Ė

I primi casi di AIDS furono descritti del giugno 1981 e ci vollero più di due anni per identificare il virus (HIV) che causava la malattia. Con COVID-19, i primi casi di grave polmonite sono stati registrati in Cina il 31 dicembre 2019 ed entro il 7 gennaio il virus era già stato identificato. Il genoma è stato disponibile il 10 gennaio. Noi sappiamo già che è un nuovo coronavirus del gruppo 2B, della stessa famiglia della SARS, che noi abbiamo chiamato SARSCoV2. La malattia è stata chiamata COVID-19. Si è pensato che potesse essere legata a un coronavirus dei pipistrelli. Le analisi genetiche hanno confermato che ha un’origine naturale recente (tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre) e che, sebbene i virus vivono mutando, il suo tasso di mutazione potrebbe non essere molto alto.

  1. SAPPIAMO COME INDIVIDUARE IL VIRUS

Dal 13 gennaio è disponibile un test per individuare il virus.

  1. LA SITUAZIONE STA MIGLIORANDO IN CINA

Il controllo severo e le misure di isolamento imposte dalla Cina stanno avendo risultati. Da diverse settimane ormai, il numero di casi diagnosticati ogni giorno sta diminuendo. Un monitoraggio epidemiologico molto dettagliato viene condotto in altri Paesi; i focolai sono molto specifici in alcune aree, il che permette di controllarli più facilmente.

  1. L’80% DEI CASI NON SONO GRAVI MA BISOGNA TENERE ALTISSIMA LA GUARDIA

La malattia non genera sintomi o è lieve nell’81% dei casi. Tuttavia, nel restante 14% può causare polmonite e nel 5% può diventare critica e addirittura letale. Non è ancora chiaro quale sia il tasso di letalità. Potrebbe essere inferiore ad alcune stime fatte finora.

  1. LE PERSONE GUARISCONO

Molti dei dati registrati si riferiscono all’aumento del numero dei casi confermati e del numero delle morti, ma la maggior parte delle persone contagiate guariscono. I casi di persone guarite sono 13 volte quelli delle persone decedute e questa proporzione sta aumentando.

  1. I SINTOMI SONO LIEVI NEI BAMBINI

Solo il 3% dei casi si registra in persone sotto i 20 anni e la mortalità sotto i 40 è solo dello 0,2%. I sintomi sono così lievi nei bambini e possono passare inosservati. (Tuttavia i bambini possono essere portatori asintomatici e contagiare genitori e nonni, quindi bisogna fare molta attenzione n.d.r.)

  1. IL VIRUS PUÒ ESSERE ELIMINATO DALLE SUPERFICI E DALLE MANI

Il virus può essere efficacemente disattivato dalle superfici con una soluzione di etanolo (62-71% di alcol), perossido di idrogeno (0,5% di perossido di idrogeno) o ipoclorito di sodio (0,1% di candeggina) in appena un minuto. Il lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone è il modo migliore per evitare il contagio.

  1. LA SCIENZA C’È A LIVELLO GLOBALE

È l’epoca della cooperazione scientifica internazionale. Dopo appena un mese, si può accedere a 164 articoli su PubMed su COVID19 o SARSCov2, così come molti altri sono disponibili in depositi di articoli non ancora revisionati. Sono lavori preliminari su vaccini, cure, epidemiologia, genetica e filogenesi, diagnosi, aspetti clinici ecc. Questi articoli sono stati elaborati da circa 700 autori, distribuiti su tutto il pianeta. È scienza cooperativa, condivisa e aperta. Nel 2003 con l’epidemia di SARS, c’è voluto più di un anno per raggiungere meno della metà di quel numero di articoli. Inoltre, molte riviste scientifiche hanno lasciato libero accesso alle loro pubblicazioni sul tema dei coronavirus.

  1. CI SONO GIÀ PROTOTIPI DI VACCINO

La nostra capacità di progettare nuovi vaccini è spettacolare. Ci sono già più di otto progetti in corso che stanno cercando un vaccino sul nuovo coronavirus. Ci sono gruppi che lavorano su progetti vaccinali contro virus simili.

Il gruppo dell’Università del Queensland, in Australia, che si occupa di vaccini ha annunciato che sta già lavorando a un prototipo usando la tecnica della “morsa molecolare”, una tecnologia innovativa. Questo è solo un esempio che potrebbe permettere la produzione del vaccino in tempi record. I prototipi potrebbero essere presto testati sugli esseri umani.

  1. SPERIMENTAZIONI DI FARMACI ANTIVIRALI SONO IN CORSO

I vaccini servono alla prevenzione. In questo momento, la cura delle persone che sono già malate è importante. Ci sono già più di 80 sperimentazioni cliniche che analizzano le terapie per il coronavirus. Sono i farmaci antivirali che sono stati utilizzati per altre infezioni, che sono già stati approvati e che sappiamo essere sicuri.

Uno di quelli che sono stati già testati sugli esseri umani è il Remdesivir, un antivirale ad ampio spettro ancora in fase di studio, che è stato testato contro Ebola e contro SARS/MERS.

Un altro candidato è Chloroquine, un antimalarico che si è visto avere anche una potente azione antivirale. Si sa che Chloroquine blocca l’infezione virale aumentando il PH degli endosomi, necessario per la fusione dei virus con le cellule, inibendone così l’ingresso. È stato dimostrato che questo composto blocca il nuovo coronavirus in vitro ed è già in uso per pazienti con polmonite da coronavirus.

Altre sperimentazioni proposte sono basate sull’uso dell’oseltamivir (che è usato anche contro il virus dell’influenza), l’interferon-1B (proteina con funzione antivirale), l’antisiero da persone che sono guarite o anticorpi monoclonali per neutralizzare il virus. Le nuove terapie sono state proposte con sostanze inibitorie come la baricitibine, selezionate dall’intelligenza artificiale.

La pandemia di influenza del 1918 causò più di 25 milioni di morti in meno di 25 settimane. Potrebbe accadere qualcosa di simile adesso? Probabilmente no. Non siamo mai stati meglio preparati a combattere una pandemia.

Saranno i nostri comportamenti e il senso di responsabilità di ciascuno la migliore arma per combattere questo virus.