Il cammino inesorabile del MoVimento

Ma quanto è bello il MoVimento 5 Stelle. Al di là di come lo descrivono, quanto è bello il MoVimento 5 Stelle. 

Grazie per questa meravigliosa mobilitazione. Il Movimento 5 Stelle è mobilitazione. Mobilitazione delle persone, ma mobilitazione anche del pensiero, della mente, delle coscienze. È questo il MoVimento 5 Stelle, lo è sempre stato. E quante idee abbiamo mobilitato in questi anni in giro per l’Italia, a partire dalla lotta ai privilegi.

Perché è impensabile avere un Paese civile, un paese che può funzionare, se chi fa le regole non vive quelle regole. Se chi decide per gli altri applica delle regole diverse per se stesso. Come il vitalizio. 

Ma soprattutto oggi dimostrate che abbiamo capito che per ottenere quei risultati che ci eravamo prefissati non solo dovevamo lottare, ma dobbiamo lottare anche per mantenerli in vita e dobbiamo dimostrare che abbiamo l’energia per farlo, e voi siete la dimostrazione che ne abbiamo da vendere di energia, per ottenere quello che vogliamo e difenderlo una volta ottenuto.

E quanta fatica abbiamo fatto, diciamolo e raccontiamolo. Quando, nel 2013, siamo entrati dicendo “Basta privilegi”, “Apriamo questa scatola di tonno”, quanto ce lo siamo detti. 

Quante lotte abbiamo fatto in Parlamento, e voi le avete seguite tutte da casa, ci guardavate ogni giorno, in streaming, con qualsiasi mezzo per darci un supporto.

Nel 2015 siamo partiti con un emendamento a una legge costituzionale. Bocciato.

Nel 2016, Ordine del giorno al bilancio della Camera. Inammissibile, nemmeno potevamo discuterne. 

Nel 2017 abbiamo fatto una delibera nell’ufficio di presidenza e ci hanno detto che non si poteva fare la delibera, serviva una legge.

Poi, nel 2017, abbiamo presentato la legge, ma non c’era il parere. Allora andiamo al Ministero dell’Economia e delle Finanze, andiamo a parlare con il Ragioniere Generale e gli imponiamo di dare il parere. Arriva il parere? No, perché ci deve essere la legge del PD. Va bene, allora facciamo la legge del PD. La approviamo alla Camera. Arriva al Senato, ma finisce la legislatura.

Cinque anni a girare attorno, e alla fine durante gli ultimi giorni di legislatura, abbiamo guardato gli altri partiti e gli abbiamo detto: “Ci avete preso in giro per 5 anni, per 5 anni ci avete fatto andare in giro come dei deficienti per gli uffici della Camera e del Senato, e allora vi diciamo una cosa, noi adesso ce ne andiamo, ma torneremo più forti e torneremo come la prima forza politica del Paese e in due mesi taglieremo i vitalizi”.

E poi siamo venuti da voi nel 2018 e vi abbiamo chiesto di essere la prima forza politica del Paese e voi ci avete dato la forza per farlo e in due mesi abbiamo tagliato i vitalizi.

Questa è una storia da scrivere e riportare ai nostri figli: le cose si possono fare, anche quelle che sembrano impossibili. E adesso se li vogliono riprendere, e per riprenderseli si inventeranno qualsiasi cosa e utilizzeranno le armi che noi conosciamo.

In primo luogo la paura, perché la paura è l’arma più forte. Li abbiamo già sentiti. Diranno che noi siamo quelli contro lo Stato di diritto, che noi adesso togliamo i vitalizi ai privilegiati ma poi togliamo anche le pensioni con lo stesso mezzo. Ipocriti e bugiardi. Perché non vi raccontano come hanno introdotto quei vitalizi? Mica hanno fatto una legge firmata dal Presidente della Repubblica che passava prima alla Camera poi al Senato, no.

Sapete quando hanno introdotto i vitalizi? Nel 1954, alla Camera. Indovinate in quale giorno dell’anno? Il 21 dicembre, vicino a Natale. Gli italiani stavano guardando altrove, si sono riuniti in una stanza alla Camera in segreto e hanno approvato una delibera e si sono autoassegnati i vitalizi. Quale diritto?! Quale Stato di diritto?! Quali diritti acquisiti?!

I vitalizi sono privilegi che si sono intascati in una notte di dicembre nel 1954. E ci fu un deputato, uno, che si alzò e disse: “Ma questa è un’ingiustizia sociale.” E presentò le dimissioni all’allora Presidente della Camera, contro questo vile atto e questo vile privilegio.

Uno solo, era un trentino e si chiamava Veronesi, e noi dobbiamo ricordarlo. Perché non solo il MoVimento 5 Stelle ha persone per bene, ce ne sono tante in questo Paese. Veronesi aveva le nostre idee nel 1954. 

Però ci sono voluti 60 anni per realizzarle e adesso loro ci dovranno mettere altri 60 anni per tornare indietro, perché noi indietro non torniamo.

Faremo dei passi avanti su tutto. Indietro non torniamo.