Cercasi giornalista

Potrebbe cominciare con la parafrasi del suo stesso fondo, giusto per riordinare le idee a chi da tempi non sospetti mostra di confondere l’arroganza con l’intelligenza, la presunzione con la sapienza. E allora cominciamo così, cominciamo dal titolo: cercasi Lucia Annunziata. Perchè non più di 24 ore fa, proprio la direttrice di Huffington Post ha pubblicato un articolo sul suo blog dal titolo “Cercasi ministro degli Esteri a tempo pieno” nel quale, piuttosto goffamente, responsabilizza di ogni colpa mondiale Luigi Di Maio, sottolineando però al contempo che di colpe il ministro degli Esteri in fondo non ne ha poi molte. Un modo straordinariamente articolato per giungere alla banale conclusione che il ministro Di Maio non è in grado di svolgere il ruolo che ricopre alla Farnesina.

Per carità, opinione personalissima di Lucia Annunziata. La rispettiamo come tale. E oggi, mai ci saremmo ritrovati a scrivere se non fosse stato per la scivolosa ambizione della giornalista a spiegare agli altri ciò che lei stessa purtroppo ancora non ha capito. Tutto il suo editoriale contro Luigi Di Maio si regge infatti su una domanda amletica e da un milione di dollari: perché il segretario di Stato Mike Pompeo subito dopo il raid Usa in Iraq ha informato Francia, Regno Unito, Cina, Russia, Germania e non ha chiamato anche l’Italia? Perché Mike Pompeo ha dunque avvisato mezzo mondo e mezza Europa e non ha fatto un colpo di telefono al nostro Paese? “Ci piaccia o meno per noi è uno smacco”; ha accuratamente scritto Lucia Annunziata nel suo fondo; domandandosi, ancora: “Come mai non siamo nella lista di Pompeo? Non può essere una svista, quelle sono telefonate preparate. Un incidente diplomatico? Avrà chiamato Chigi? Il Quirinale?”.

Bene. Lungi da noi voler sentenziare la libera opinione di una professionista, ma ci rincresce doverle rimproverare stavolta di aver fatto il passo più lungo della gamba. Ci rincresce ricordarle – malgrado il suo passato da corrispondente – anche le basi della più elementare politica internazionale, dei protocolli, delle liturgie e della forma.

Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, non ha informato mezzo mondo e mezza Europa tranne l’Italia. Il segretario di Stato americano ha informato in prima battuta i Paesi del P5+1. Appunto: i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu (vale a dire Cina, Francia, Russia, Regno Unito; più la Germania, che per il biennio 2019/2020 è anche membro non permanente del Consiglio). Gli stessi Paesi che il 14 luglio 2015 a Vienna raggiunsero l’accordo sul nucleare iraniano, poi sfumato. Allora, a guidare la diplomazia italiana non c’era Luigi Di Maio, bensì l’ex ministro Paolo Gentiloni che, a parere di Lucia Annunziata, formidabile giornalista che si distingue per non dire niente di intelligente ma per dirlo bene, insieme a “Roberto Gualtieri e David Sassoli” oggi avrebbe sottratto il dossier europeo dalle mani di Di Maio dando finalmente “segnali di recupero” dell’Italia in Europa.

Sia chiaro, questo non vuole, neppure indirettamente, apparire come un processo all’attuale commissario per gli Affari Economici e Monetari dell’Ue, che il governo sostiene con convinzione. Al contrario, tutto ciò mette perfettamente a nudo lo stato confusionale di una giornalista che ha evidentemente perduto il senso analitico della storia, sopraffatta dal pregiudizio e da una ingiustificata supremazia morale.

Preferiamo invece non commentare “le possibilità” elencate dalla Annunziata circa l’potesi che Mike Pompeo abbia potuto informare Palazzo Chigi o il Quirinale, perché anche un praticante è a conoscenza del fatto che esiste una silenziosa grammatica istituzionale secondo cui un segretario di Stato o un ministro non interloquiscono (quasi) mai direttamente con un presidente eletto di un Paese estero.

Nondimeno, a Lucia Annunziata sarebbe bastato alzare la cornetta del telefono per verificare di persona la notizia. Non lo ha fatto, auguri. Come non ha verificato neanche la sequenza delle agenzie battute nelle ultime 48 ore, visto che il primo ed unico messaggio sul raid Usa è giunto il 3 gennaio dal ministro Luigi Di Maio e da nessun altro esponente di governo.

Quanto alle presunte “rassicurazioni” a cui allude sempre Lucia Annunziata e che Di Maio avrebbe dovuto fornire agli italiani, siamo fortunatamente ben lontani, noi, da confondere il servizio per il Paese con la propaganda. In un quadro del genere non ci sono molte rassicurazioni da fare. La storia ci ha insegnato che l’uso della forza ha sempre finito per alimentare la minaccia terroristica e ulteriori flussi migratori, come ha ribadito lo stesso Luigi Di Maio nella sua nota stampa.

Non starà a noi giudicare se il nostro capo politico è preparato a ricoprire l’incarico di titolare della Farnesina. Lo ammettiamo, saremmo di parte. Spetterà ai cittadini trarre le conclusioni opportune, sulla preparazione di Luigi Di Maio e, adesso, anche su quella di Lucia Annunziata.