Le minacce di Aspi

Ho letto con grande incredulità la lettera che Aspi ha recapitato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, pensavo che mai nessuno potesse arrivare a tanto e invece mi sbagliavo.

Aspi minaccia il Governo che, qualora non ritiri la norma sulle concessioni, saranno loro a chiudere il contratto e chiedere il conto.

Signori siamo alla follia.

Coloro che avrebbero dovuto garantire la manutenzione dei beni dello Stato che hanno ricevuto in affidamento, coloro che avrebbero dovuto garantire la sicurezza dei cittadini che utilizzano quei beni, in sostanza, coloro che si ritrovano, invece, ad aver gestito il tutto con conclamata incapacità, se addirittura in alcuni casi non si possa anche parlare di atteggiamenti ben più gravi, spesso senza lo straccio di un controllo (ad esempio aspetto ancora i documenti, richiesti da più di un mese, sui controlli di sicurezza effettuati sui viadotti Fado e Pecetti negli ultimi 5 anni), insomma coloro che oggi si presentano con le autostrade date loro in concessione ridotte uno schifo hanno anche il coraggio di parlare?

Le loro minacce non solo non preoccupano nessuno, ma sono inaccettabili da coloro i quali gestiscono beni dello Stato, erano certamente abituati a pagare campagne elettorali a qualcuno e a farla da padroni, così come leggo sulla Stampa, ma oggi gli unici a cui noi dobbiamo rendere conto sono i cittadini e non certo i Benetton di turno.

In realtà, con questa norma, lo Stato è finalmente in grado di poter intervenire prima dei disastri, come il crollo del Morandi, perché se il concessionario non fa i controlli e le manutenzioni quella strada torna allo Stato e il concessionario smette di riempirsi le tasche di soldi senza fare manutenzione.

Oggi abbiamo le mani legate da contratto di concessione esclusivamente a favore dei concessionari, con questa norma riequilibriamo tutto, attenzione però a chi è contro: ha qualcuno da garantire.