Giustizia più equa e rapida con riforma della prescrizione e nuove assunzioni

Chi parla di “fine processo mai”, a proposito dell’entrata in vigore della riforma della prescrizione introdotta dalla legge “Spazzacorrotti”, ha un’idea distorta della giustizia e soprattutto una cattivissima opinione di magistrati e avvocati.

La rappresentazione che costoro fanno della Giustizia e di chi non vuol far nulla. Sembra che, con la nuova prescrizione, improvvisamente tutti i magistrati incroceranno le braccia, organizzeranno lunghe vacanze in mete esotiche e, di tanto in tanto, andranno a celebrare i processi. Allo stesso modo, gli avvocati, che non vedevano l’ora di poter dedicare un po’ tempo ai loro hobby preferiti, lasceranno lì i fascicoli a prendere polvere nella prospettiva di passare i casi ai propri eredi.

È una rappresentazione che non tiene minimamente conto di quanti sforzi, invece, tutti gli addetti ai lavori fanno per far funzionare la giustizia anche in situazioni veramente complicate. Ma, soprattutto, offende il principio di lealtà che magistrati e avvocati sono tenuti a osservare (e osservano): nessuno di loro vuole “perdere tempo”.

È una rappresentazione che non tiene conto – forse strumentalmente – di quanto è stato fatto e di quanto pianificato. Per far andare a pieni giri il motore della macchina della giustizia serve benzina, ovvero serve personale, cioè ciò su cui il ministro Bonafede si sta impegnando sin dal suo primo giorno in via Arenula. Il Guardasigilli del MoVimento 5 Stelle ha messo su un piano di assunzioni senza precedenti: quasi 9mila nuove unità e 600 magistrati in più. Sono state da poco pubblicate le graduatorie per gli esami scritti per l‘assunzione di 2.329 funzionari giudiziari, un concorso che non si faceva dalla fine degli anni ’90. Da quando Bonafede è ministro sono state già assunte 1.125 persone fra assistenti giudiziari, tecnici, dirigenti, funzionari. Entro il 2020 saranno assunte altre 4.400 nuove unità.

Questo è l’unico fattore oggettivo e univocamente riconosciuto che accelera i processi. Però di questo nessuno parla. Così come nessuno parla degli effetti a cui può portare la riforma della prescrizione: vogliamo parlare di tutti quelli che non punteranno più a tirarla a lungo, tanto la sentenza comunque arriva? Oppure coloro che, consci della propria colpevolezza e che non c’è più la possibilità di farla franca con la prescrizione, rinunceranno a fare appello? O di tutti coloro, di fronte alla prospettiva di uno Stato che garantisce una risposta di giustizia, preferiranno scegliere i riti alternativi come l’abbreviato o il patteggiamento?

No, di questo non vi parlerà nessuno. Vi parleranno di “fine processo mai” facendo un torto a magistrati, avvocati ma, soprattutto, ai cittadini che non vogliono una giustizia a scadenza.