Venezia sott’acqua, come la testa di chi non vuol capire!

Cosa deve ancora accadere affinchè capiamo tutti che così non si può andare avanti? Ieri in poche ore Venezia è stata devastata dalla marea, spinta da venti mai visti prima.

Davvero vogliamo continuare a dirci che quella dei cambiamenti climatici è una sciocchezza, raccontata da ambientalisti esaltati?
Eppure sono i dati scientifici, le elaborazioni matematiche a dirci che senza un’inversione di tendenza, nel 2050 Venezia potrebbe sparire sott’acqua.

Ma noi che facciamo? Rispondiamo col Mose. Un’opera concepita negli anni ’80, già allora giudicata folle e inutile da mezzo mondo, che doveva entrare in funzione 16 anni fa, è ancora ferma e nel frattempo è costata sette miliardi, al netto delle tangenti.

Lo diciamo chiaramente: qui non si tratta di maggioranza od opposizione, di vincere o perdere elezioni: qui si tratta di metterci in salvo tutti.
Venezia è il simbolo di quello che stiamo rischiando di perdere: un’intera civiltà. E per che cosa? Per la speculazione, il profitto.

In questi giorni in Consiglio Regionale, stiamo votando il bilancio, cioè quanto varrà speso in Veneto nei prossimi anni. Abbiamo presentato valanghe di emendamenti e proposte in tema ambientale e non ne sta passando una. Vengono ritenuti temi superflui.

E Venezia va sott’acqua, come non accadeva da mezzo secolo.

Sentiamo ancora politici e amministratori fare ironia sul dibattito sul clima che sta investendo tutto il mondo, ma ieri sera la realtà ci ha dato un assaggio drammatico del conto che ci sta per presentare.Negozi, attività in ginocchio. Case inagibili. Danni enormi. E persone che hanno perso la vita.
Venezia non è una città, ma la storia di un sogno che ha unito cultura, civiltà, storia, imprese, con uno spirito visionario che ci ha resi unici nel mondo. E oggi gli abitanti devono tremare quando sentono le sirene che annunciano l’acqua alta.

Cosa deve accadere ancora per farci capire che la politica degli occhi chiusi e dei portafogli gonfi ha fallito?
Ora siamo seri, svegliamoci dall’incubo. Questo Mose che è costato lacrime e sangue, finiamolo e facciamolo funzionare per quanto potrà. Non possiamo permetterci un inutile rottame in laguna.

Giovedì, alla riapertura dei lavori per il bilancio, noi del MoVimento 5 Stelle chiederemo al Presidente Zaia, di non parlare di nient’altro prima di avere stanziato, con parere unanime, tutti i fondi possibili per uscire dall’emergenza e per prevenirne altre.