Il PD non imiti la Lega mai più contro la riforma – Intervista a Bonafede

 di seguito l’intervista di Alfonso Bonafede a Repubblica

 di Liana Milella


«Sulla giustizia il Pd non si comporti come la Lega che ha fatto di tutto per bloccare la mia riforma, mentre insieme possiamo scriverne una veramente rivoluzionari». Dice così a Repubblica il Guardasigilli Alfonso Bonafede. Che non vede una crisi di leadership per Di Maio e sull’ILVA dichiara «ho piena fiducia in Conte e Patuanelli».

Il governo naviga in brutte acque, giustizia compresa. Che ne è della sua riforma?

«Innanzitutto non sono d’accordo. In tre mesi abbiamo costruito una manovra che è riuscita nell’intento di eliminare l’aumento dell’Iva e del superticket, senza toccare quota 100 e reddito di cittadinanza. Ma soprattutto dando il via a una seria lotta all’evasione».

Di sicuro la sua riforma è bloccata.

«È già pronta da un mese, l’ho inviata a tutte le forze politiche che si sono prese il tempo, anche un po’ troppo in verità, per analizzarla. Ora i cittadini non possono più aspettare. È il momento di partire senza tentennamenti».

Chi sta frenando? Il Pd?

«Fino a oggi ogni partito mi ha chiesto un po’ più di tempo. Lo posso anche capire. Ma cittadini e imprese hanno il diritto di vederla realizzata. È scritta. È pronta. E mi aspetto correttezza da parte della maggioranza, come c’è stata in altri settori. Se invece qualcuno cercasse di perdere tempo finirebbe con lo stesso giochetto della Lega, che ha fatto di tutto per bloccare la riforma, fino al punto di andare a una crisi di governo. Dalla Lega, da sempre vicina all’idea berlusconiana della giustizia, me lo aspetto, ma dal Pd e dal centrosinistra no».

Il Pd come la Lega, è un’affermazione forte.

«Non ho detto questo. Io sono felice di essere in questa maggioranza e non più al governo con la Lega che voleva cancellare la legge Spazzacorrotti. Ho detto che non mi aspetto da parte del Pd un atteggiamento simile a quello della Lega e confido nella loro correttezza».

Il Pd non vuole il blocco della prescrizione. È inutile girarci intorno.

«Non voglio farlo per niente. So che M5S e Pd partono da due idee differenti. Ma dobbiamo dire la verità ai cittadini: il primo gennaio non ci sarà nessuna apocalisse per via dell’entrata in vigore della nuova prescrizione. I primi effetti processuali non si avranno prima del 2024. Tutti diciamo che bisogna velocizzare il processo. Bene, allora facciamolo, abbiamo la riforma per dimezzarne i tempi. Non sono insensibile alle preoccupazioni sui tempi dei processi, questa legge è una conquista di civiltà, ma bisogna evitare che una persona sia soggetta a processi troppo lunghi».

Quindi la prescrizione entra in vigore?

«La prescrizione è già legge. Se tutti saremo d’accordo, lo saranno il prima possibile anche le nuove norme per dimezzare i tempi dei processi».

E sulle intercettazioni? Sdogana la riforma Orlando o vuole fermarla per la terza volta? 

«Il dialogo anche qui è partito. Non si toccano le intercettazioni come strumento di indagine. Stiamo discutendo di come gestire le conversazioni già registrate. Confido che raggiungeremo un punto di equilibrio tra il diritto alla difesa, alla privacy, alla riuscita delle indagini».

Cosa non funziona con il Pd? La accusano di essere giustizialista… troppo sulla linea delle manette facili?

«Loro non mi hanno accusato di questo minimamente. Siamo stati tutti d’accordo sul carcere ai grandi evasori oltre i 100 mila euro. Ma se uno viene condannato in via definitiva per un reato grave, deve sapere che in Italia chi sbaglia paga. La certezza della pena è un valore. Non capisco perché questo concetto sia considerato rivoluzionario. L’unico che mi accusa di avere le manette facili, mentendo, è Salvini. Questa è la dimostrazione che il vero avversario sulla giustizia è fuori dalla nostra maggioranza».

Politicamente Di Maio prende le distanze dal Pd dopo il voto umbro, e lei fa lo stesso sulla giustizia?

«La domanda è mal posta. Di Maio non ha preso le distanze dal Pd, ha detto che l’esperimento in Umbria non è andato bene. Io qui non prendo le distanze dal Pd, è l’esatto opposto, dico che insieme possiamo costruire la riforma della giustizia che i cittadini aspettano da decenni».

Non c’è il rischio che la leadership di Di Maio vada in crisi?

«No. All’interno di M5S il dibattito è sempre molto acceso, ma si arriva sempre alla sintesi. È in atto un percorso di riorganizzazione del movimento, che sono sicuro darà una marcia in più negli obiettivi da raggiungere. Entro un mese nascerà un organo collegiale, il team del futuro, di supporto al capo politico, in cui ci saranno 18 deleghe sia per materia sia per l’organizzazione»

Che fa M5S alle elezioni regionali, non si presenta, ma appoggia le liste Pd?

«Noi stiamo esaminando ogni regione per capire che contributo possiamo dare. Non posso rispondere ora perché è in corso uno studio e un confronto sulle varie situazioni caso per caso».

Vede una crisi di governo e un rischio voto o, come ha detto Renzi a Repubblica, sarebbe un suicidio?

«Questo governo deve durare fino alla fine della legislatura perché ci sono tante cose da fare e M5S troverà il modo di portare avanti il cambiamento promesso ai cittadini».

Ha letto Carfagna e l’ipotesi di Forza Italia Viva?

«Faccio il ministro della Giustizia e ho tanto da lavorare…».

Pensa di fermare i 5 giorni di sciopero degli avvocati contro la sua prescrizione?

«No. Ho grande rispetto per loro. Sappiamo che ci sono divergenze, però mi verrà dato atto che ho sempre cercato il dialogo e continuerò a farlo e la bozza di riforma è frutto di quel dialogo».

Csm e nomine. Sente ancora odore di lotta tra correnti ?

«Le correnti esistono ma io combatto le degenerazioni e la riforma ha degli obiettivi precisi, rompere ogni legame tra politica e magistratura».

È proprio necessario il sorteggio?

«Non mi sono mai legato al sorteggio come metodo insuperabile, mi interessa trovare una soluzione che superi le degenerazioni del correntismo, e mi sono giunte proposte interessanti più del sorteggio».

L’odio contro Liliana Segre che effetto le fa?

«Mi ha fatto rabbrividire e preoccupare. Non è possibile che in un Paese come il nostro si debba assegnare la scorta a una donna come lei. La politica non può tentennare e dev’essere compatta».

Taranto, scudo penale si o no? Lei che vuole le manette agli evasori come può cedere su questo?

«Ho piena fiducia nel premier Conte e nel ministro Patuanelli che stanno facendo un grande lavoro. Nessuno ha la bacchetta magica. Ma c’è la volontà di affrontare una situazione frutto di politiche sbagliate per decenni. Sono stato orgoglioso di vedere il mio premier mentre incontrava i cittadini di Taranto».