Decreto Salva Imprese: tuteliamo il lavoro, la green economy e il futuro

Il decreto Salva Imprese che abbiamo appena approvato in Senato è un provvedimento importante, perché garantisce tutele e dignità e tutele sul lavoro, guarda al futuro e avvia percorsi di green economy.

I riders, quei lavoratori che vediamo sfrecciare in bici per le nostre città e arrivare col fiatone ai nostri portoni di casa per consegnarci la cena, da anni erano fuori da ogni “radar” giuridico. Dopo un lungo lavoro garantiamo loro quelle tutele minime sul fronte previdenziale ed assistenziale, e per coloro che fanno questo lavoro in maniera prevalente, l’ingresso nella sfera del “lavoro subordinato” e l’accesso alla contrattazione collettiva.

Rimanendo in tema di dignità lavorativa, stanziamo risorse per far sì che i precari di Anpal possano venire stabilizzati in tempi rapidi. Ulteriori fondi:

  • all’Inps per aggiungere nuovi mille dipendenti su tutto il territorio nazionale
  • agli Ispettorati Nazionali del Lavoro per nuove 150 unità,
  • per garantire politiche di sostegno al reddito per quei lavoratori delle aree industriali di crisi complesse che si trovano a subire una crisi violentissima.

Il Salva Imprese però è un decreto che parla anche di futuro e di green economy.

Ci siamo battuti portando a casa un ottimo risultato per dare alle aziende nuovi fondi per accelerare processi di decarbonizzazione. Un altro piccolo “seme” sulla strada del “green new deal”. Grazie a tali fondi, le imprese soggette alla normativa ETS potranno ridurre il loro costo energetico, efficientandosi. Inoltre stanziamo finanziamenti per la riconversione occupazionale delle aree dove vengono smantellate centrali a carbone.

Non solo. Per intensificare lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili, siamo intervenuti anche per evitare eccessive decurtazioni sugli incentivi del Gestore dei servizi energetici (GSE) a cui i proprietari di impianti vanno incontro, in caso di inadempimenti amministrativi e strutturali anche di lieve entità, che sono di gran lunga le più comuni.

E veniamo all’End of Waste. Si tratta di una battaglia storica del M5S perché il riutilizzo dei materiali di rifiuto è un percorso che stiamo intraprendendo da anni. Da oggi le Autorità Competenti potranno rilasciare nuove autorizzazioni di “cessazione della qualifica di rifiuto” e avviare così questa rivoluzione, che verrà aiutata anche dalla banca dati nazionale che diventerà realtà grazie alla determinazione della nostra Vilma Moronese.

Chiudiamo con il caso dell’ex Ilva. Togliere quella lunghissima immunità penale, che oltretutto la procura di Taranto aveva “bollato” come anomalia giuridica, era un nostro dovere nei confronti dei tarantini.

Non ci sottraiamo a nessun impegno preso con Alcelor Mittal, e lavoreremo per velocizzare la realizzazione degli adeguamenti ambientali che la holding ha sottoscritto. La questione pertanto non è lo scudo penale, quanto il complicato scenario della siderurgia europea, distorta dai dazi americani, e il calo generale delle produzioni. Il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli lavorerà con i vertici di Mittal per trovare le soluzioni più adeguate, per far sì che si mantengano i posti di lavoro e, contemporaneamente, che si completi la riconversione del sito produttivo che per decenni ha avvelenato Taranto.