Fuori il profitto dalle concessioni pubbliche! #PonteMorandi

L’inchiesta parallela a quella sul Ponte Morandi non smette di farci indignare.

Oggi sono emersi nuovi dettagli che hanno portato alla richiesta di 9 misure cautelari. 2 tecnici di Aspi e 6 tecnici di Spea, la controllata di Autostrade per l’Italia che si occupa del monitoraggio della rete autostradale, falsificavano i report sulle condizioni delle infrastrutture insieme ad un consulente esterno. L’obiettivo era giustificare la mancata manutenzione e gli scarsi investimenti. Ancora più vergognoso è che la falsificazione è proseguita indisturbata anche dopo il crollo del Ponte Morandi.

Nemmeno il rispetto di 43 morti ha fermato la sete di profitto di questi approfittatori sociali.

Lo abbiamo sempre detto: la giustizia farà il suo corso, ma la politica ha la responsabilità di garantire ai cittadini che episodi di questo genere non accadano mai più. Chi ha causato la morte di 43 persone non può continuare a gestire le nostre strade! Il nostro imperativo è proseguire sul percorso tracciato dall’ex ministro Toninelli, ossia quello della revoca delle concessioni ai Benetton.

Altra strada non c’è.

Allo stesso tempo vogliamo portare avanti una revisione generale del sistema delle concessioni nel nostro Paese, così che tutti i concessionari saranno vincolati a reinvestire gran parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione.

In un Paese civile non esiste che un manipolo di tecnici possa raggirare il Ministero delle Infrastrutture e 60 milioni di italiani, i quali hanno diritto a strade efficienti e sicure. L’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico del Paese.

Chi fino ad oggi ha pensato solo a riempirsi le tasche senza preoccuparsi della sicurezza di milioni di italiani, dovrà essere allontanato il prima possibile dalle concessioni pubbliche senza se e senza ma.

Al resto ci penserà la giustizia, nella quale riponiamo la massima fiducia.

 

 

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