Le tre verità sulla tratta dei migranti

Su questo show delle Ong ci sono alcune verità che vanno sottolineate, perché nel delirio delle dichiarazioni – più o meno disinteressate – spesso si perde l’obiettivo. Ma soprattutto si manca il punto fondamentale. Tre verità, andiamo per ordine:

1. Chi sale su una barcone con i suoi figli per attraversare il mare è un disperato, non un turista. Perché sta scappando da una guerra, da una carestia, o da un Paese dove non trova un futuro. Non se ne sta andando in vacanza. Nel caso della Libia, scappano da una guerra che non abbiamo voluto noi ed è bene che la Francia, invece di impartire lezioncine, si assuma le sue responsabilità ed inizi accogliere questi disperati. La Francia e tutti i Paesi che l’Africa l’hanno sfruttata, impoverita, devastata.

2. Un’altra verità è che l’Italia ha già dato e ora è bene che a muoversi sia l’Europa. Qui non si tratta di essere di destra o di sinistra. Qui si tratta di essere realisti: in passato le coop rosse del Pd accoglievano per fare business e profitto sulla pelle di disperati e le Ong che hanno provocato il nostro Paese non fanno diversamente. Ci sarà pure chi è mosso da motivi umanitari, ma la domanda è: chi le finanzia queste Ong? Chi ha interesse ad avere visibilità? Chi ha interesse a fare finire sulle copertine dei maggiori periodici internazionali Carola Rackete? Tutti a esaltare questo personaggio di uno show, che ci distrae e ci fa dimenticare regimi, le cause di conflitti all’estero e sfruttamento che provocano morte, distruzione e, dunque, flussi migratori.

3. Di fronte a tutto questo puoi urlare quanto ti pare, sbraitare, chiudere i porti, ma se non gli confischi la nave questi personaggi tornano in marr, magari a trasportare migranti che ricevono direttamente dagli scafisti, e ricomincia la tiritera. Noi dobbiamo fermare le navi per mettere un punto a questo circo mediatico. Ci siamo rotti le scatole di continuare a parlare di queste comparse e false eroine. Se entri in Italia e ti permetti di violare le nostre leggi, ti tolgo subito l’imbarcazione. Punto. E in mare non ci torni più.
E finalmente torniamo a parlare di lavoro, di occupazione, dei nostri giovani, di diritti delle madri, di famiglie. Perché noi non crediamo che la gente in Italia si alzi la mattina e il suo primo pensiero siano le Carola di turno. Il primo pensiero è lavorare, sentirsi sicuri e guardare al futuro.