Banche: qualcuno fa il furbo

C’è qualcuno che sta facendo il furbo a proposito della Commissione d’inchiesta sulle banche. Qualcuno che fa finta di niente, che fa melina per rallentare un’operazione trasparenza sul sistema bancario non più rinviabile. Eh sì, perché la legge che istituisce la Commissione d’inchiesta, da noi fortemente voluta, è stata approvata in via definitiva dal Parlamento lo scorso 26 febbraio e promulgata dal Capo dello Stato il successivo 29 marzo. L’indagine parlamentare è un atto dovuto nei confronti di migliaia di risparmiatori messi in ginocchio dalle spericolate operazioni di banchieri spesso in combutta con la politica, locale e nazionale, con imprenditori amici degli amici e con una vigilanza che si è comportata come una bella addormentata nel bosco.

Ma perché, nonostante siano passati più di tre mesi dalla promulgazione del capo dello Stato, la Commissione d’inchiesta non è ancora partita? Semplice: per funzionare l’organo ha bisogno che tutti i partiti indichino i loro componenti. Noi l’abbiamo fatto da un pezzo. Si dà però il caso che altri, per esempio Pd e Forza Italia, non abbiano ancora mosso un dito. Calma piatta. Non vogliamo certo pensare che questi partiti stiano cercando di prendere tempo per non far luce su qualche comportamento, passato o più recente, che ha un po’ troppo a che fare con gli interessi di questa o quella combriccola. Abbiamo sollevato il caso più volte. Abbiamo sollecitato le relative forze politiche. Ma non è arrivata nessuna risposta. Cosa aspettano i capigruppo di Pd e Forza Italia, Andrea Marcucci (PD al Senato), Graziano Del Rio (PD alla Camera), Anna Maria Bernini (Forza Italia al Senato) e Mariastella Gelmini (Forza Italia alla Camera)?

A questo punto crediamo sia il caso di ricordare loro le numerose, troppe truffe rifilate da banchieri senza scrupoli ai risparmiatori, spesso ricattati con le famigerate operazioni baciate: ti erogo un prestito solo se compri le azioni della banca, poi andate in malora. Il tutto mentre agli imprenditori amici venivano concesse sull’unghia decine di milioni di euro. E crediamo sia il caso di ricordare che qualcuno, all’epoca comodamente seduto al Governo, consigliava di acquistare titoli di banche nell’illusione di risanarle stendendo a palazzo Chigi tappeti rossi a Jp Morgan o a non meglio precisati fondi del Qatar. Tutti sanno come è andata a finire.
Su questo, e su tanto altro, l’operazione trasparenza che intendiamo avviare con la Commissione d’Inchiesta non può più aspettare. Gli altri partiti si decidano a fare i nomi.