Angeli e demoni: padre dichiarato pazzo ma che pazzo non è

Arriva anche in Consiglio comunale a Castelnovo Monti, comune della provincia di Reggio Emilia. È la storia sconvolgente di un padre che per anni non ha potuto più vedere i tre figli, affidati alla madre (dalla quale è separato). I servizi sociali lo avevano dichiarato “pazzo”. Proprio così: anni perduti insieme ai propri figli per una diagnosi fatta da chi, a quanto si apprende, non avrebbe avuto i titoli per farla (https://www.lavocedireggioemilia.it/2019/07/08/padre-dichiarato-pazzo-invece-non-lo-e-angeli-e-demoni-e-solo-agli-inizi/).
Un esperto psichiatra che lo ha visitato, infatti, ha dichiarato che quel padre non è affatto pazzo.

L’avvocato Miraglia, che segue il caso dell’uomo, è stato drastico: “Siamo di fronte a un episodio assurdo e gravissimo. Se questi costruiscono diagnosi non veritiere, sulla base delle quali impediscono a un padre di vedere i propri figli, ma quanti casi di provvedimenti emessi sulla base di diagnosi e decisioni erronee e manipolate ci sono in quel paesino?”

Giorno dopo giorno storie di disperazione, di genitori ai quali è stato strappato il cuore, di ragazzi a cui è stata rubata l’infanzia. L’inchiesta “Angeli e Demoni” fa venire i brividi: centinaia di famiglie distrutte, bambini che sarebbero stati tolti ingiustamente ai genitori, i servizi sociali dell’Unione Comuni Val d’Enza e il centro studi di Moncalieri Hansel e Gretel, diretto dal famoso psicoterapeuta Claudio Foti, nel cuore dell’indagine, un sindaco del PD coinvolto.
Il Tribunale del Minori di Bologna – che ha competenza regionale – ha iniziato a rivedere alcune decisioni relative ad affidi di minori alla luce dell’inchiesta della Procura. Secondo alcuni organi di stampa, starebbe rianalizzando alcune decisioni precedentemente prese sulla scorta delle relazioni dei servizi sociali della Val d’Enza e riaffidando i casi a Servizi sociali di altri distretti. Saranno poi ascoltati genitori e bambini per verificare se le criticità sono state superate e se i minori possano rientrare in famiglia.

Storie vecchie e nuove, storie drammatiche, che ci inducono a spingere sull’acceleratore per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta che faccia piena luce su questo scandalo. E contiamo che nessun partito si metterà di traverso rispetto alla ricerca della verità: lo dobbiamo, prima di tutto, a quei bambini. Bisogna fare giustizia al più presto.