6.596 veicoli elettrici acquistati in 4 mesi. Ecco perché l’auto ‘alla spina’ conviene

I dati che ci ha appena fornito la Motorizzazione confermano il trend di crescita: da quando è attivo l’ecobonus per l’acquisto di veicoli ecologici sono stati immatricolati ben 6.596 nuovi mezzi elettrici (in soli 4 mesi, da marzo ad oggi).

Nei prossimi mesi prevedo un ulteriore incremento, grazie a nuove infrastrutture e nuovi incentivi. Nel decreto Crescita, infatti, abbiamo esteso l’ecobonus a veicoli prima esclusi e nel decreto Sblocca cantieri abbiamo stanziato 10 milioni di euro per le colonnine di ricarica, mentre nel lavoro sulle modifiche al codice della strada stiamo inserendo la possibilità di ingresso per le moto elettriche in autostrada (oggi c’è un vuoto normativo). A questo si aggiunge che oggi il Senato ha approvato in commissione Lavori pubblici la legge per gli ‘aeroporti green‘, che prevede la sostituzione di automezzi e attrezzature alimentati con motori endotermici circolanti negli aeroporti con automezzi e attrezzature a trazione elettrica. Infine, a settembre partirà la conferenza nazionale sulla mobilità elettrica che coordinerò in prima persona e sarà un’occasione per fare il punto e presentare nuove proposte coordinate tra Mit e Mise.

Insomma, grazie al lavoro di squadra del MoVimento 5 Stelle abbiamo pigiato il pedale sull’elettrico, convinti come non mai che “il futuro è oggi”.

Ma perché tanta attenzione per questa nuova frontiera della mobilità e dell’industria?

Intanto partiamo da una valutazione di natura economica. Se è vero che oggi i veicoli elettrici costano ancora molto e certamente più di veicolo a scoppio analoghi, è anche vero che tra incentivi ed espansione del mercato si arriverà presto a una riduzione dei prezzi. A questo va aggiunta un’altra considerazione: i costi di gestione e di manutenzione sono molto ridotti, anche grazie alla componentistica ridotta rispetto ai veicoli diesel e benzina. In pratica è sufficiente aver cura di freni, pneumatici e sospensioni, mentre la maggior parte delle case automobilistiche garantisce le batterie per almeno 8 anni.

C’è poi l’aspetto, tutt’altro che secondario, dell’enorme contributo che un veicolo elettrico dà alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, non producendo emissioni nocive. Certo, l’ideale sarebbe che l’energia della ricarica giungesse esclusivamente da impianti alimentati con fonti energetiche rinnovabili, e anche su questo obiettivo siamo al lavoro. Intanto puntiamo anche sulla riconversione dei mezzi pubblici, con lo stanziamento di 3,7 miliardi di euro nel periodo 2019-2033 per il rinnovo delle flotte di autobus con priorità per la trazione elettrica, in modo da decongestionare le città dalle auto private.

Insomma, abbiamo messo in campo una seria e lungimirante strategia per rendere i veicoli a trazione elettrica un potente strumento utile a contrastare il cambiamento climatico, a migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città, a creare nuovi posti di lavoro e a far risparmiare i cittadini.