Banca Popolare di Vicenza, basta ritardi!

Quello che sta accadendo nel processo ai vertici della Banca Popolare di Vicenza sarebbe comico se non fosse tragico. L’abbandono del collegio giudicante da parte del presidente Lorenzo Miazzi, dovuto a una situazione di incompatibilità per il fatto che un avvocato che lavora nello stesso studio legale della sorella del giudice sta attualmente difendendo un imputato coinvolto in un altro filone processuale su Popolare Vicenza, ci lascia basiti.

Il Ministro Bonafede ha tempestivamente attivato l’ispettorato per la ricostruzione dei fatti per effettuare tutti gli accertamenti e speriamo che il quadro si chiarisca in tempi rapidi; ma nel caso (molto probabile) in cui gli avvocati della difesa dovessero chiedere di rifare il dibattimento, le testimonianze acquisite in sei mesi di udienze verrebbero azzerate e tutto dovrebbe ricominciare da capo. Con lo spettro della prescrizione che si farebbe così più concreto. Sarebbe un evento inaccettabile per i risparmiatori, per la città di Vicenza, per l’intero Paese.

Di fronte a tutto questo i media e le opposizioni fanno finta di niente, anzi il Partito Democratico e Forza Italia proseguono nell’odioso gioco politico di non fornire ancora i nomi per la Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, che rimane congelata per un evidente azione di ostruzionismo politico.

Gli italiani meritano di sapere cosa è accaduto in questi anni dentro la babele delle nostre banche, i giornalisti dovrebbero essere i primi a chiedere l’avvio immediato di questa Commissione e invece fanno finta di niente anche loro e continuano a proteggere un chiaro atteggiamento dilatorio di PD e Forza Italia.

Naturalmente speriamo che proprio i giornali di domani ci smentiscano riprendendo queste dichiarazioni e unendosi al nostro coro nel richiamare le opposizioni alle proprie responsabilità nei confronti del Paese.

Viene anche il dubbio a questo punto che qualcuno continui a soffiare sul fuoco di una possibile rottura dell’alleanza di governo proprio perché teme che si aprano alcuni cassetti e si vada a raccontare agli italiani come sono stati gestiti i loro risparmi negli ultimi anni. Come diceva qualcuno, a pensar male si fa peccato ma….