Piano di potenziamento dei Centri per l’Impiego: si parte

Insieme alle Regioni abbiamo raggiunto un accordo importantissimo. Grazie a questa intesa il Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego può decollare e la selezione di 3.000 navigator può iniziare.

Mentre i media e le opposizioni ripetevano come dischi rotti che regaliamo “sussidi” per “fare rimanere le persone sul divano”, il MoVimento 5 Stelle ha avviato una riforma radicale delle politiche attive per il lavoro, vero cuore pulsante del Reddito di Cittadinanza e spina dorsale del nuovo welfare italiano.

Oltre ai 3.000 navigator la cui selezione potrà iniziare già da domani, le Regioni potranno assumere altrettanti operatori in una seconda fase. Si tratta di 6.000 nuove risorse che si aggiungono alle 4.000 già previste nella legge di bilancio varata a fine anno e ai 1.600 precari per i quali la stabilizzazione era stata promessa – ma mai realizzata – nel dicembre 2017.

Con un totale di 11.600 persone, la verità è che abbiamo più che raddoppiato il personale incaricato di avvicinare chi cerca e chi offre lavoro. Sono fatti che azzerano mesi di polemiche, di trasmissioni inutili, di chiacchiere sterili, di attacchi gratuiti da parte di chi in Italia ha creato oltre 5 milioni di poveri assoluti.

La ripartizione dei navigator vede al terzo posto la Lombardia (329), a testimonianza che la fame di lavoro riguarda tutta l’Italia, da Sud a Nord. 471 arriveranno in Campania, altri 429 arriveranno in Sicilia. E poi Lazio (273), Puglia (248), Piemonte (176), Calabria (170), Emilia Romagna (165), Toscana (152), Veneto (142), Sardegna (121), Liguria (66), Marche (55), Abruzzo (54), Friuli Venezia Giulia (46), Umbria (33), Basilicata (31), Molise (13), Valle d’Aosta (6).

L’accordo con le Regioni, raggiunto dopo un confronto intenso durato quattro mesi, non darà soltanto un fortissimo impulso all’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma riuscirà anche a restituire allo Stato e alle istituzioni quel ruolo di primo piano necessario per rispondere ai bisogni dei lavoratori, delle imprese, dei territori.

Non ho mai dubitato del fatto che saremmo giunti a una soluzione favorevole non al Governo, non alle Regioni, ma al Paese. E anche su questo capitolo possiamo dire: lo volevamo fare, lo abbiamo fatto.