Europrogramma del MoVimento: più poteri ai rappresentanti dei cittadini, meno ai burocrati

 

Il Parlamento europeo è l’unica Istituzione europea direttamente eletta dai cittadini e quindi è l’organo che esprime la volontà e la sovranità popolare. Per questo, il rafforzamento delle sue prerogative dovrebbe essere il punto di partenza per tutti quelli che vogliono riformare in meglio l’Unione europea. Va colmato il deficit democratico riavvicinando le Istituzioni europee ai suoi cittadini.

 

GLI ATTUALI POTERI DEL PARLAMENTO

Il Parlamento europeo esercita la funzione legislativa assieme al Consiglio dell’Unione europea ma non ha il potere di iniziativa legislativa che, invece ,è assegnato alla Commissione europea. Questo significa che gli europarlamentari non possono proporre direttamente regolamenti o direttive, ma possono solo emendare i testi ricevuti dalla Commissione. Quindi, riassumendo, è la Commissione a redigere le proposte normative, che vengono poi discusse da Parlamento e Consiglio.

 

Tuttavia, negli ultimi anni si è consolidata una prassi che non trova posto nei Trattati e che assegna, di fatto, l’input iniziale al Consiglio europeo (che dovrebbe avere solo compiti di indirizzo generale). La Commissione viene quindi spesso eterodiretta dal Consiglio europeo nelle scelte di formazione dell’agenda normativa. Questo per noi è inaccettabile.

 

CHI COMANDA OGGI IN EUROPA?

Dalla reazione alla crisi finanziaria alla crisi migratoria, dall’accordo scellerato e illegale con la Turchia al rinnovo del glifosato. Il Consiglio europeo impone sempre la sua linea, decidendo in maniera autonoma e senza nessun coinvolgimento del Parlamento europeo. Al Consiglio europeo l’asse franco-tedesco ha quasi sempre la meglio per via del peso specifico dei due Paesi, ma le posizioni di Francia e Germania non necessariamente fanno il bene di tutta l’Unione.

 

Adesso basta! Su tutte le decisioni che influiscono sulla vita dei cittadini il Parlamento europeo deve potersi esprimere e cambiare le decisioni sbagliate prese dal Consiglio europeo. Un’Europa telecomandata da Berlino e Parigi è esattamente l’antitesi rispetto alle istanze che i cittadini chiedono all’intero Continente. L’Italia è la terza economia dell’eurozona ma non ambisce a pretese egemoniche: al contrario puntiamo ad essere garanti della coralità delle decisioni e del pluralismo. Mai come oggi è necessario ribadire l’importanza di un asse politico che si opponga a questo indebito accentramento di potere.

 

A questo dirigismo noi contrapponiamo la partecipazione e il coinvolgimento dal basso: l’Unione europea è composta da 27/28 Stati membri e da oltre 500 milioni di cittadini, non solo da francesi e tedeschi. Tutti devono avere pari dignità a Bruxelles.

 

LA NOSTRA PROPOSTA: RAFFORZARE TUTTI I POTERI DEL PARLAMENTO

Le prerogative del Parlamento europeo vanno allargate. Gli europarlamentari devono avere il potere di iniziativa legislativa ed è necessario istituire un vero e proprio sistema bicamerale con Parlamento e Consiglio che, dotati degli stessi poteri, siano sullo stesso piano. In quest’ottica, il Consiglio europeo deve tornare ad avere il ruolo che è stato disegnato per lui nei Trattati e la Commissione deve diventare un vero e proprio organo esecutivo europeo, direttamente responsabile di fronte al Parlamento, unica Istituzione direttamente eletta

 

Vanno rafforzati i poteri di controllo e la relazione di fiducia con la Commissione. Al momento, infatti, il Parlamento può presentare una mozione di censura (la cosiddetta sfiducia) nei confronti della Commissione intera, ma non può direttamente intervenire in alcun modo sui singoli Commissari. La mozione di censura collettiva diventa così un mezzo per proteggere e insabbiare casi singoli di conflitti di interessi o vergognose vicende come il caso Selmayr. Ecco perché chiediamo a gran voce una revisione dei Trattati per dare al Parlamento europeo il potere di presentare una mozione di censura anche nei confronti dei singoli Commissari.

 

È arrivato il momento di cambiare l’Europa e questo percorso va intrapreso con i cittadini e i loro rappresentanti.