Basta fango su mio padre

Sono passati tre anni. Io lo ricordo sempre, tutti i giorni, in piccoli gesti e grandi pensieri sul mondo. Ho scoperto che molti suoi amici hanno ancora il suo numero di telefono segnato tra i preferiti. Chissà mai voglia farsi sentire da dove si trova oggi, o anche solo per la possibilità di vederlo lì tra le opzioni da chiamare in caso di bisogno. Come molti suoi amici lo ricordo con gesti quotidiani e riconosco situazioni che lo avrebbero fatto felice o fatto indignare. Come molti suoi amici lo ricordo in silenzio come piaceva al suo carattere schivo.

Una cosa che mi fa indignare è tuttavia l’uso strumentale del suo ricordo da parte di chi suo amico non era. Fatto da persone arrivate alla fine della loro carriera o che una carriera professionale non l’hanno mai neanche vista partire e che sperano in un po’ di visibilità raccontando balle o rifugiandosi nel più comodo insulto verso persone che non ci sono più.

Per abitudine non rispondo alle offese o alle invettive e ho pensato a lungo se scrivere o no queste righe. Ma non posso non proteggere il ricordo di mio padre e di quello che ha progettato e fatto con sacrificio per questo Paese.

Scriverò solo questo post perché si mantenga la memoria del fango che, a tre anni di distanza, continua ad esserci ancora sul ricordo di mio padre. E farò riferimenti precisi perché chi con leggerezza o spudorata malevola malizia senta tutta la responsabilità di un atto così vigliacco: infangare il nome di una persona che non c’è più.

Prof Alberoni. Parla dei supposti deliri di mio padre per lanciare la sua candidatura alle europee proprio il giorno dell’anniversario della morte di mio padre. Capisco che abbia novant’anni, ma a questo punto che si riposi e si goda i nipotini.

Magaldi. Afferma che mio padre era massone. Non lo è mai stato e anzi fu mio padre a proporre la regola che chi si candida nel MoVimento non possa essere massone.

Biondo. Va in giro a vantarsi di essere stato amico di mio padre per promuovere un libro in cui gli insulti fanno a gara con punti interrogativi buttati a caso nel testo. Tipico di chi, non avendo fatti o dati veri da raccontare, sa confezionare solo illazioni e menzogne. Posso confermare che non era un suo amico. Mio padre dava valore alla parola amicizia e quando diede il parere sul suo allontanamento lo fece perché non lo riteneva all’altezza di gestire il ruolo che aveva.

Canestrari. Si porta dietro ancora il livore della richiesta di mio padre di non candidarsi alle scorse europee avendo lavorato per la Casaleggio Associati, lui lo fece lo stesso, non prese i voti necessari per passare, e in ogni caso gli sarebbe stato precluso l’accesso al secondo turno proprio per la regola sullo staff. Da allora inventa balle su mio padre e sul movimento (non a caso il suo soprannome nel MoVimento…) mettendoci i ‘se’, i condizionali, i ‘forse’, per evitare querele. Visto che spesso si fa presentare come dirigente al servizio di mio padre per darsi un tono, posso confermare che l’ultimo impiego al servizio di mio padre era di videomaker junior dopo il quale mi risulta un lungo periodo di disoccupazione all’estero.

A questi ultimi due va riconosciuto l’impegno per scrivere un pamphlet pieno di menzogne e fantasie. E visto che nessuno dei ‘giornalisti di punta‘ è ancora riuscito – o ha voluto – minimamente metterlo in dubbio, elenco qui sotto, per semplicità, ciò che nel libretto si scrive:

  • Mio padre era prepotente, mediocre, bugiardo, imbroglione, totalitarista. Mi fa schifo chi cerca di lucrare sull’insulto verso i morti.

  • Rousseau non paga le tasse. Le paga tutte, invece: 146 mila euro di IVA solo lo scorso anno, e non a caso tutte le volte che lo scrivono ci mettono un punto di domanda finale, per proteggersi dalle querele.

  • Rousseau riceve finanziamenti pubblici. Anche qui con punto interrogativo. Non ne riceve e i parlamentari sono invitati a contribuire con parte del loro stipendio.

  • Rousseau è obsoleta. La piattaforma Rousseau oggi utilizza tecnologie all’avanguardia, a cominciare dal sistema di login del voto che è garantito da una piattaforma attualmente open source e largamente adottata in tutto il mondo. Si chiama Keycloak ed è usata, tra gli altri, dal Governo Inglese e da Subway Inc. Chi ha competenze in merito può comprendere il livello di qualità, chi non le ha, può solo fare chiacchiere da bar.

  • Non sto a rispondere alle varie invettive nei miei confronti (che ovviamente respingo al mittente come false), ma ne segnalo una così ridicola da essere quasi divertente: secondo il libro sarei una spia russa. Stranamente – sempre secondo quanto riportato – questa notizia non avrebbe alcuna conferma dai servizi segreti italiani per qualche strano complotto mondiale.

Chi non riesce a immaginare il futuro, si rifugia nell’invettiva del passato. Chi non riesce a costruire, passa il suo tempo ad ingiuriare chi lo fa.

Mio padre in vita la prese con ironia pubblicando un libro dal titolo ‘Insultatemi’. Se volete leggere qualche insulto nei suoi confronti piuttosto leggete quello, almeno ha anche le sue risposte. Credo tuttavia sia ora di smettere di lanciargli strali con la speranza di guadagnare qualche soldo o qualche voto.

Difendo e difenderò sempre le sue idee. Per lui, per tutte le persone che contribuiscono a realizzare il suo sogno, per tutti coloro che credono nel suo esempio.