Bambini in povertà, ecco cosa stiamo facendo

In Italia c’è un numero che dovrebbe far rabbrividire: 1 milione e 200 mila bambini vivono sotto la soglia di povertà. Questo significa che le famiglie non possono arrivare a fine mese, che non hanno la possibilità economica di far vivere ai propri figli una vita “normale”, facendo sport, mangiando sano, studiando, divertendosi. La vita che ogni bambino, insomma, avrebbe il sacrosanto diritto di avere.

Attraverso il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, di cui ho l’onore di presiedere il Comitato di indirizzo strategico, il Governo sta intervenendo concretamente con azioni mirate per contrastare questo fenomeno della povertà minorile.

Grazie a questo fondo, l’impresa sociale Con i Bambini, che gestisce l’attribuzione delle risorse, ha potuto attivare oltre 270 progetti per un totale di 213 milioni di euro.
Asili, sport, ludoteche, sostegno allo studio. Abbiamo già aiutato 400 mila minori che si trovano in condizioni sfortunate. Penso ai bambini del Ponte Morandi di Genova, a quelli che vivono nelle periferie delle nostre metropoli, ai bimbi e alle loro famiglie delle aree terremotate dell’Abruzzo.

Penso alle centinaia di educatori e associazioni che si dedicano ogni giorno ad aiutare gli altri. Ad Antonio che con la sua libreria ambulante porta un pizzico di gioia e di cultura nei paesini della Basilicata. Oppure a Ugo che ha deciso di dedicare la sua vita ad aiutare i bambini della periferia di Cagliari che sono stati abbandonati, abusati o che semplicemente vivono in contesti familiari difficili.
Persone che rendono più ricco il nostro Paese impegnandosi ogni giorno, in silenzio, a fare in modo che queste piccole persone possano crescere in maniera più serena.

Questo però, è solo un punto di partenza. Il nostro obiettivo è far diventare questo Fondo un pilastro del nostro governo affinché nessun bambino resti più indietro.

Intanto stiamo preparando per il prossimo Def un pacchetto economico per aiutare le famiglie, dall’asilo, ai prodotti per la prima infanzia, fino al coefficiente famigliare, che si sommeranno al Reddito di Cittadinanza per dare un supporto concreto a chi ha figli o a chi vorrebbe averne. A questo si aggiungano le nostre misure di contrasto al disagio sociale come lo stop alla pubblicità sul gioco d’azzardo che per troppi anni ha risucchiato i nostri ragazzi, specialmente nelle periferie, l’obbligo di tessera sanitaria per “giocare” alle slot, e tutte le misure del pacchetto anti-violenza che stiamo approvando in questi giorni in Parlamento, per prevenire che i più piccoli (e le donne) si possano trovare in condizioni di pericolo.

Noi ci mettiamo tutte le nostre forze, ma in questa battaglia serve l’aiuto di tutti.