L’Europa oltre l’Austerity: reddito e pensione di cittadinanza

Il fallimento dell’austerity è sotto gli occhi di tutti. Il problema dell’economia europea (e quindi anche italiana) è un problema di domanda e di mancanza di liquidità: i redditi sono bassi e i consumi delle famiglie non ripartono. Gli investimenti sono quindi scesi al livello minimo, le banche devono smaltire i crediti deteriorati ed erogano credito solo a chi i soldi li ha già.

Bisogna far ripartire l’economia e il lavoro con politiche espansive che favoriscano la crescita e riforme strutturali socialmente responsabili che rimettano al centro il benessere dei cittadini. La manovra del popolo è un modello per tutti i cittadini europei perché redistribuisce ricchezza, combatte i privilegi e restituisce la dignità scippata dai partiti dell’establishment.

VIDEO. Le manovra del cambiamento è un modello virtuoso per tutta l’Europa. Condividi il video di Laura Agea

REDDITO DI CITTADINANZA
Il reddito di cittadinanza è una riforma socialmente responsabili che mette al centro il benessere del cittadino. Il reddito di cittadinanza è una misura attiva rivolta ai cittadini italiani al fine di reinserirli nella vita sociale e lavorativa del Paese.
Con il reddito di cittadinanza, quindi:
1) Si combatte la povertà e l’esclusione sociale: oggi in Italia ci sono 8 milioni di persone che vivono sulla soglia di povertà e, oltre la metà di essi, addirittura in condizioni di povertà assoluta
2) cittadini in difficoltà tornano ad essere parte attiva della società, facendo lavori socialmente utili, impegnandosi nella formazione e nella ricerca di un lavoro
Aumentano i servizi, aumenta il potere di acquisto delle famiglie e quindi i consumi

SUPERAMENTO DELLA FORNERO
La riforma previdenziale “Fornero” ha repentinamente alzato le soglie di accesso alla pensione di vecchiaia, mettendo centinaia di migliaia di lavoratori “anziani” in un limbo di disperazione e generando la surreale (e vergognosa) categoria degli “esodati”. Al tempo stesso, intere generazioni di giovani continuano a restare tagliate fuori per molti anni dal mondo del lavoro, con ricadute negative per imprese private e pubbliche amministrazioni. Se i giovani non lavorano oggi, non possono mantenere i pensionati di oggi.

SERVONO POLITICHE EUROPEE ESPANSIVE 
La riduzione del debito pubblico non avviene con nuove tasse e austerità – politiche che si sono già rivelate fallimentari, bensì tramite la crescita del PIL, rilanciando sia la domanda interna con investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostengo del potere di acquisto delle famiglie.

Occorre ridiscutere i Trattati dell’UE e il quadro normativo principale a livello europeo per garantire una programmazione pluriennale che assicuri il finanziamento di queste politiche economiche espansive, attraverso il recupero di risorse derivanti dal taglio a sprechi e spese inutili e un appropriato e limitato ricorso al deficit.