Decreto Semplificazioni: questo governo è l’ABS sociale

GIANLUIGI PARAGONE SUL DECRETO SEMPLIFICAZIONI

Ci hanno lasciato un Paese frutto di un'intossicazione neo-liberista, dove le sofferenze bancarie diventano più importanti delle sofferenze delle persone. E questo non lo possiamo più accettare!In diretta dal Senato, l’intervento del nostro Gianluigi Paragone sul #DecretoSemplificazioni.Collegatevi e condividete!

Pubblicato da MoVimento 5 Stelle su Lunedì 28 gennaio 2019

Il mio intervento in Senato sul Decreto Semplificazioni

“La casa è mia. Prova a toccarla. Fa’ tanto ad avvicinarti e ti ammazzo come un cane.”
“Ma non sono io. Io non posso fare niente. Io perdo il posto se non eseguo gli ordini. Del resto, cosa credete di risolvere ammazzando me? Vi impiccheranno certo, ma prima ancora di impiccarvi ne manderanno un altro, qui, con la trattrice a buttarvi giù la casa. Come vedete è inutile ammazzare me.”
“Vedo. Ma chi te li dà questi ordini? Vuol dire che io andrò a scovare lui. È lui che ammazzo.”
“Non volete proprio capire: anche lui riceve gli ordini dalla banca. La banca dice: “sbatti fuori quella gente, abbatti la casa o ci rimetti il posto.””
“Ma ci sarà pure un presidente, una direzione. Io prendo il fucile e vado alla banca a fare una carneficina.”
“Ma anche la banca, da quello che so, riceve gli ordini. Gli ordini dicono: “o ci mostrate gli utili o vi mettiamo in liquidazione.””
“Da chi devo andare, maledizione? Ci sarà pure un responsabile da fare fuori. Io non ho nessuna intenzione di crepare di fame senza ammazzare chi mi assassina.”
“Non so che cosa dirvi. Forse non esiste un responsabile da far fuori. Probabile che, come dite, responsabile di tutto è la proprietà.”

Cari colleghi sicuramente avrete tutti intercettato questa pagina tratta da Furore di John Steinbeck, un grandissimo romanzo che avvitava nella letteratura il racconto della grande depressione americana del ‘29. Io quella pagina l’ho recuperata tante volte, una delle ultime quando buttarono fuori di casa Sergio Bramini. È infatti proprio dalla storia di Sergio Bramini che nasce un impegno politico per modificare il 560 del Codice di Procedura Civile. Sergio ormai è diventato un emblema. Qualcuno diceva “fate la passerella davanti alla casa di Sergio Bramini”.

Come vedete, il fatto che noi oggi cambiamo quel 560, significa che non abbiamo fatto alcuna passerella. Vuol dire che Di Maio e Salvini, quando andarono a trovare con me e con altri Sergio Bramini, volevano incidere profondamente su qualcosa che è profondamente ingiusto. Sergio era un imprenditore che aveva crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Quei crediti sono diventati la corda che lo ha impiccato e lui pur di non mandare a casa i dipendenti ha impegnato la propria abitazione, perché gli imprenditori veri rispettano i propri dipendenti, perché gli imprenditori veri di questo Paese conoscono vita morte e miracoli dei propri lavoratori. E questo forse nel Paese che ci state consegnando è un peccato mortale, perché poi effettivamente Sergio è stato sloggiato, è stato scaraventato fuori a seguito di una norma che io considero ingiusta.

Per questo mi sto impegnando con voi, con la maggioranza, a cambiare. Bene, quello che accade è il frutto di una intossicazione neoliberista, è il frutto di un racconto malato, di un racconto per cui le sofferenze bancarie sono diventate più importanti di coloro che soffrono. Ragazzi, questo mi fa uscire matto. Le sofferenze bancarie diventano centrali nel racconto della politica, nelle attenzioni della politica, e questo fa scomparire colui che soffre. Guardate che non stiamo anestetizzando l’ipoteca e i suoi effetti. Vogliamo soltanto riequilibrare, vogliamo soltanto il buon senso, vogliamo che ciò accada, quando e se deve accadere, soltanto dopo la vendita dell’immobile. Non capisco il motivo per cui bisogna accanirsi e sloggiare, buttare fuori di casa persone quando ancora l’immobile non è stato venduto all’asta. Questo è ingiusto, perché questo è il tema: le sofferenze non possono venire prima delle persone, altrimenti che cosa accade.

Accade che oltre alle sofferenze, oltre ai sofferenti, si genera una insofferenza che diventa insofferenza sociale, un’insofferenza che scatena una battaglia tra l’ultimo e il penultimo. Dentro quelle sofferenze dentro quei sofferenti c’è un pezzo di classe media del Paese, che sta scivolando sempre più nella povertà. Ma io non posso scaraventare fuori di casa, sloggiare le persone, quando ancora l’immobile non è venduto, perché altrimenti dobbiamo fare i conti con delle storie tragiche di gente che è costretta addirittura a dormire in macchina. E qual è allora la dignità. Qual è la crisi che può permettersi di cancellare la dignità delle persone. Noi non lo possiamo accettare. Il racconto di questi mesi e di questi anni ci ha consegnato fondi locusta, fondi avvoltoio, cioè il bestiario finanziario.

È un bestiario che ammalora, che aggrava ancora di più la sofferenza di persone, come per esempio nel caso di Sergio, che si sono ritrovate a dover fallire per colpa di uno Stato che non pagava. Oggi per fortuna, grazie a questo governo e grazie a questa maggioranza, finalmente i debiti della pubblica amministrazione verranno pagati perché i soldi sono messi a disposizione di questi imprenditori. Ma ci sono anche famiglie, che per colpa della crisi non sono riuscite a far fronte ad un impegno con le banche. Allora io dico per chiudere, ringraziandovi ancora per l’attenzione e ringraziando anche Sergio per il contributo che sta dando a questa maggioranza e a questo Governo: se qualcuno, qualche potere pensa di baloccarsi delle sofferenze di queste persone, beh a queste persone, a questi poteri io dico baloccatevi altrove, perché non c’è più posto in questa maggioranza.

Noi siamo con questo governo, l’ABS sociale.