Il silenzio di La Repubblica sugli interessi di De Benedetti

LE GAFFE DEL DIRETTORE DI REPUBBLICA

Ecco come Luigi Di Maio smonta le bugie e l’ipocrisia di Repubblica.Il 10 gennaio 2018 uscì la notizia della ‘soffiata’ di Renzi a De Benedetti, che gli valse 600mila euro in Borsa. Lo scandalo, uno dei più grossi degli ultimi decenni, si riferisce alla telefonata che nel gennaio 2015 l’allora presidente del Gruppo Espresso (che edita Repubblica) fece al suo broker per invitarlo a comprare azioni di banche popolari. De Benedetti spiegò di aver saputo che a breve il governo avrebbe varato la riforma del settore: era stato lo stesso Renzi a riferirglielo il giorno prima. La notizia della ‘soffiata’ andò sulle prime pagine dei giornali. Tranne su Repubblica, il cui editore oggi – come è noto – è Marco De Benedetti, figlio di Carlo.“Ma noi il giorno dopo l’abbiamo messa in prima pagina, abbia pazienza” ha provato a balbettare il direttore Calabresi ieri in studio. Falso. La notizia non c’era in prima pagina né il primo giorno… né il secondo… né il terzo… né mai. E Di Maio ha sbattuto in faccia al direttore di Repubblica l’ennesima menzogna.Gli italiani vogliono una stampa davvero libera. Libera da editori impuri, libera dai conflitti di interesse.

Pubblicato da MoVimento 5 Stelle su Mercoledì 28 novembre 2018

Ecco come Luigi Di Maio smonta le bugie e l’ipocrisia di Repubblica

Il 10 gennaio 2018 uscì la notizia della ‘soffiata’ di Renzi a De Benedetti, che gli valse 600mila euro in Borsa.
Lo scandalo, uno dei più grossi degli ultimi decenni, si riferisce alla telefonata che nel gennaio 2015 l’allora presidente del Gruppo Espresso (che edita Repubblica) fece al suo broker per invitarlo a comprare azioni di banche popolari. De Benedetti spiegò di aver saputo che a breve il governo avrebbe varato la riforma del settore: era stato lo stesso Renzi a riferirglielo il giorno prima.

La notizia della ‘soffiata’ andò sulle prime pagine dei giornali. Tranne su Repubblica, il cui editore oggi – come è noto – è Marco De Benedetti, figlio di Carlo.

“Ma noi il giorno dopo l’abbiamo messa in prima pagina, abbia pazienza” ha provato a balbettare il direttore Calabresi ieri in studio mente Luigi gli sventolava davanti la prima pagina in cui ovviamente non compariva alcun accenno a De Benedetti. Falso. Doppiamente falso. La notizia non c’era in prima pagina né il primo giorno, né il secondo, né il terzo, né mai. E Di Maio ha sbattuto in faccia al direttore di Repubblica l’ennesima menzogna.

Gli italiani vogliono una stampa davvero libera. Libera da editori impuri, libera dai conflitti di interessi.