Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Genova sarà più bella e forte di prima. Cose concrete e non chiacchiere

di Danilo Toninelli

Dopo tanto lavoro finalmente lo possiamo dire: per Genova abbiamo stanziato tutte le risorse necessarie. Ci sono quasi 300 milioni nel decreto Emergenze e altri 500 milioni circa nella legge di bilancio. Quasi 800 milioni in tutto.

Chi ha contestato in maniera ridicola la mia assenza dall’aula di Montecitorio dovrà ricredersi. Parlo di Pd e Fi che, tra l’altro, in tema di gestione delle emergenze dovrebbero solo andarsi a nascondere.

Ma torniamo a noi. Mentre il mio viceministro Edoardo Rixi e il sottosegretario Vito Crimi seguivano, per conto del Governo, la discussione alla Camera, io ho lavorato su altri tavoli per ottenere il massimo in favore dei genovesi. Il massimo. E ci siamo riusciti.
Accanto ai 72 milioni per le 266 famiglie di sfollati, che potranno comprarsi una nuova casa, abbiamo messo 55 milioni per le imprese danneggiate, 30 milioni per il sostegno al reddito dei lavoratori, quasi 50 milioni per la mobilità comunale e regionale, 20 milioni in favore degli autotrasportatori, circa 45 milioni per la logistica e il porto, vero baricentro economico della città.

Nel decreto fiscale abbiamo stanziato ancora 15 milioni per l’Autorità di sistema portuale, ma il piatto forte sono circa 500 milioni della manovra del popolo, con altri 200 milioni per il porto, ulteriori 160 milioni per gli autotrasportatori danneggiati dai lunghi tragitti conseguenti al crollo del ponte Morandi e 100 milioni per la Zona franca urbana, sempre a favore dell’economia della città.

Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Genova sarà più bella e forte di prima. Cose concrete e non chiacchiere.
Di questo sono immensamente felice e poco importa se i grandi organi di stampa non lo diranno. A me interessano i risultati, non le ridicole urla di Pd e FI sulla mia assenza. Ci sono stato, ci sono e ci sarò. Per Genova e per i tantissimi altri dossier, gestiti in modo indecente, che ho ereditato e che sto faticosamente mettendo a posto. Con l’obiettivo costante di aiutare la gente che chiede il giusto sostegno e la dovuta tutela a uno Stato che, prima dell’arrivo del Governo del cambiamento, era distante, se non inesistente.
Quindi forza e avanti. A testa alta.