E’ tempo di affrontare il problema dei rifiuti in plastica

Intervento di Piernicola Pedicini, eurodeputato MoVimento 5 Stelle Europa/EFDD, su EndsEurope.

La presidenza austriaca svolgerà un ruolo cruciale nella conclusione di importanti fascicoli legislativi prima della fine della legislatura. Ho grandi aspettative che questa Presidenza riesca a portare avanti un ambizioso programma ambientale e concludere dossier chiave per la protezione dell’ambiente e della salute umana.

In particolare, l’Austria ha sempre sostenuto lo sviluppo dell’economia circolare e si è impegnata per un’ambiziosa strategia europea sulla plastica, in particolare sulla riduzione dell’inquinamento da plastica e microplastica.

Stiamo parlando di 150.000-500.000 tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono negli oceani ogni anno nell’UE e sempre nell’UE ogni anno vengono rilasciate nell’ambiente tra 75.000 e 300.000 tonnellate di microplastiche. L’ONU avverte che se non implementeremo una strategia efficace per affrontare questo problema, entro il 2050 ci saranno più materie plastiche negli oceani che pesci.

Queste cifre mostrano che un’azione urgente deve essere intrapresa a livello globale. L’UE deve giocare un ruolo leader a livello internazionale e aprire la strada ad una strategia globale sulla plastica nel quadro della 24esima Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP24), che sarà organizzata in Polonia nel dicembre 2018.

Una strategia efficace può essere implementata solo se eliminiamo tutti i sussidi ai combustibili fossili che aiutano a mantenere basso il prezzo della plastica vergine, ostacolando allo stesso tempo lo sviluppo di un mercato secondario della plastica.

Le politiche ambiziose di prevenzione e riduzione, nonché le misure per promuovere il riutilizzo di materiali e imballaggi, sono fondamentali per ridurre la quantità di rifiuti di plastica prodotta. E soprattutto dovremmo eliminare gradualmente il conferimento in discarica e l’incenerimento della plastica, sia negli inceneritori che nei cementifici come combustibili solidi secondari, poiché queste pratiche sono contrarie ai principi dell’economia circolare.