Migranti: l’Europa può solo imparare dall’Italia

Di seguito l’intervento di Ignazio Corrao al Parlamento Europeo sul caso immigrazione.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la prima domanda che voglio rivolgere ai colleghi eurodeputati presenti in quest’Aula è: quante volte in questi anni abbiamo discusso esattamente della stessa cosa? Non me ne voglia il Commissario Avramopoulos, ma il suo discorso sembra esattamente riciclato sulle stesse parole dette tre-quattro anni fa, e non è cambiato assolutamente nulla. Anzi, oggi c’è la novità che, alle stesse cose che si dicono sempre, si aggiunge il trend topic del momento che è dire “governo italiano populista, governo italiano xenofobo”, come qualcuno ha detto in maniera davvero irrispettosa.

Però cosa ha fatto il governo italiano? Il governo italiano ha fatto molto meno di quello che fanno tutti gli altri governi nell’Unione europea e non mi risulta che il governo francese, il governo di Macron europeista, sia stato additato da voi stessi come un governo nazista, xenofobo, per quello che ha fatto a Bardonecchia con blitz nel territorio italiano, dove c’erano donne incinta e bambini. Non mi risulta che sia stato considerato xenofobo Macron per avere chiuso i suoi porti o per quello che fa a Ventimiglia. E non mi risulta che il governo spagnolo, che faceva respingimenti a caldo, che non è quello che ha fatto l’Italia, sia stato additato come fascista, nazista, xenofobo, contrario ai diritti umani e genocida!

Non è successo, e allora incominciamo ad adottare lo stesso metro e la stessa misura. Quello che è successo in questi anni è che l’Italia è stata lasciata sola da tutti gli altri Stati dell’Unione europea. È stata lasciata sola ad affrontare un fenomeno epocale, un fenomeno globale di un continente che si sposta. Era logico che prima o poi qualcuno, che magari non fa business sulla pelle dei migranti avrebbe dovuto dire: basta non si può continuare avanti così! E allora cerchiamo di essere seri e pretendiamo da parte di tutti gli Stati europei di prendersi le loro responsabilità, a partire dalla Francia, che è stata la prima a causare quello che è successo in Libia…

Caro collega Schwab, mi sa che facciamo un po’ di confusione terminologica, perché quelli che tu chiami “migranti” in realtà si chiamano “rifugiati” e sono coloro che hanno già ottenuto lo status di protezione internazionale.

Quelli che arrivano in Italia sono migranti che, per via di Dublino, rimangono in Italia. Allora io dico: va bene la redistribuzione, facciamo che le navi delle ONG che fanno un lavoro straordinario di salvare vita, che battono bandiera tedesca, al posto di portare nei porti siciliani, che è la mia regione, e lasciarli lì dove rimangono bloccati per anni, in attesa di sapere quale sarà il loro destino, li portano in Germania e poi lo decidete voi se hanno diritto all’asilo o no. Va bene?