Il PM2.5 uccide 1172 persone al giorno. E i ritardi UE sono inaccettabili

di Piernicola Pedicini, EFDD – M5S Europa

La Commissione Europea, a seguito della nostra interrogazione, ammette di essere in colpevole ritardo sulla normativa che dovrebbe imporre un serio controllo sul più grande killer della storia: il PM2.5. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, il 96% della popolazione UE è a forte rischio sanitario a causa di questo particolato. È scientificamente provato che solo in Europa il PM2.5 provoca 428mila morti all’anno: 1172 al giorno.

I dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) dimostrano la bontà delle nostre proposte: se l’Europa adottasse i limiti raccomandati dall’OMS per il PM 2.5, si salverebbero 144mila vite umane ogni anno e si determinerebbe un risparmio di 45 miliardi di Euro (ogni anno) nel settore della salute, con vantaggi ambientali considerevoli. Miliardi di Euro che diverrebbero la fonte delle coperture finanziarie per le azioni volte a combattere la principale piaga dei nostri tempi: l’aria inquinata che respiriamo.

Inoltre, le tecnologie ormai disponibili permettono di misurare costantemente il particolato con un diametro aerodinamico di 2,5 μm o inferiore, rendendo possibili aggiornamenti in tempo reale sui picchi di concentrazione e, dunque, allerte rapide in giornate particolarmente pericolose.

Ad aggravare la situazione, rendendo più che mai urgente un intervento dell’esecutivo europeo, è la proiezione inviata agli Stati membri dall’AEA. Questa analisi dimostra come gli obiettivi al 2030 della direttiva europea sulle emissioni nazionali non verranno raggiunti. E questo avverrà nonostante gli stessi siano ampiamente insufficienti a tutelare la salute dei cittadini, come vi abbiamo spiegato qua.

Già 14 Stati membri hanno dichiarato di non poter rispettare l’obiettivo di riduzione del PM2.5. Una situazione tragica se pensiamo che questo vorrà dire condannare a morte migliaia di persone. Cosa succederà quando i Paesi saranno trascinati dinanzi alla Corte UE per aver sforato i limiti? Semplice, i cittadini – oltre che intossicati – si ritroveranno a pagare multe salatissime.

L’Italia, dal canto suo, ha la peggiore qualità dell’aria di tutta Europa, specialmente al Nord. Dall’Italia deve quindi partire una rivoluzione verde che sia capace si tutelare la salute delle persone, il loro portafogli e che generi migliaia di posti di lavoro. Oggi, con il Governo del cambiamento, possiamo finalmente pensare che sia possibile.

Video archivio (novembre 2016). Non vogliamo morire di smog: