Il gioco sporco del Pd sulle adozioni

di Vito Crimi, Emanuele Scagliusi, Nicola Morra

Quel che sta emergendo sulla Commissione Adozioni Internazionali e l’ex presidente Della Monica (anche ex senatrice Pd) è scandaloso. A prescindere dall’esistenza o meno di condotte penalmente rilevanti, la situazione è del tutto agghiacciante e il ministro Boschi, così come tutto il governo, hanno delle precise responsabilità.

Andiamo per ordine. Nei giorni scorsi c’è stato infatti un cambio di guardia ai vertici Cai. Dopo tre anni è uscita di scena Silvia Della Monica e al suo posto si è insediato il giudice minorile Laura Laera. L’uscita però non è proprio delle migliori. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, dalle carte di un’indagine per truffa a carico di una onlus savonese emerge infatti il ruolo a dir poco singolare di Della Monica, che “nel cuore della notte si sincerava di far sparire dal suo ufficio “documenti pericolosi” poi finiti in un cassonetto della spazzatura”. Sempre secondo il il giornale, “ai titolari di enti sotto indagine l’ex magistrato e senatore consigliava poi di “non usare il cellulare”. E a questo punto sembra che i pm liguri vogliano sentirla come persona informata dei fatti.
Per impedire la sua sostituzione si è mobilitato tutto il Pd, il che indica perfettamente il livello di coinvolgimento del partito in questa storia. Ma non solo. Dopo queste rivelazioni sconvolgenti su Della Monica ne sono emerse delle altre. Come ad esempio la totale inadempienza dell’ex presidente Cai nell’ambito delle sue funzioni. Sul sito ufficiale della Cai, tra le comunicazioni, si legge che “in data 20 giugno 2017 si è rilevato che la casella di posta elettronica istituzionale risultava piena con restituzione al mittente delle email in arrivo. E’ emerso che tale situazione si protraeva da tempo e precisamente dal agosto 2016; tale casella di posta poteva essere visionata esclusivamente dalla ex Vice Presidente dott.ssa Silvia Della Monica con password riservata. Si è provveduto pertanto a svuotare la relativa casella che ora è pienamente operativa”.

Tradotto significa che la Della Monica per quasi un anno non solo non ha letto una sola mail di quelle inviatele da migliaia di famiglie in attesa, ma non le ha nemmeno scaricate dala posta elettronica della Commissione di cui lei sola deteneva l’accesso. E’ scandaloso e, a prescindere se sussistano o meno elementi penalmente rilevanti, è evidente che ci troviamo di fronte a una situazione agghiacciante. In questo momento il nostro pensiero va alle famiglie che non hanno un supporto dallo Stato italiano, totalmente assente all’interno del sistema delle adozioni internazionali.
Ora vogliamo sapere cosa ne pensa il premier Gentiloni, ma soprattutto cosa ne pensa Maria Elena Boschi, pronta a farsi fotografare in un viaggio di ritorno dal Congo giusto per prendersi qualche titolo dei tg ed ora, nel momento della verità, se ne sta in silenzio stampa, nascosta dietro la sua stessa vergogna. Chiediamo chiarezza su una gestione che andiamo denunciando da tempo, attraverso atti parlamentari di ogni genere. Aspettiamo che qualcuno dal Pd si degni di fare un mea culpa e si assuma quanto meno la responsabilità di chiedere scusa a tutte quelle famiglie che ancora oggi lottano con la speranza di adottare un bimbo. Ma, soprattutto, aspettiamo che il caso sia trattato anche da quei quotidiani impegnati a riempire pagine e pagine di fake news sul M5S e poco attenti, però, a fatti di questo genere che coinvolgono tantissime famiglie italiane in difficoltà.