Per il governo chi manifesta in Basilicata è mafioso

 

Solo a marzo l’Unione Europea si attivava – dopo una serie di interrogazioni e pressioni politiche del Movimento 5 Stelle – con una procedura d’indagine per verificare la situazione ambientale e sanitaria provocata dalle estrazioni petrolifere in Val d’Agri (Basilicata). Una terra dove è ubicato il più grande giacimento su terraferma d’Europa. Ora, grazie a una nota diffusa dal portavoce Piernicola Pedicini, balza agli onori della cronaca l’incredibile vicenda delle associazioni ambientaliste lucane. Quest’ultime sono state “attenzionate” dal Ministero dell’Interno per la loro sacrosanta e democratica attività di denuncia e d’informazione sulle estrazioni petrolifere, sulla tutela dell’ambiente e della salute pubblica in Basilicata.

di Piernicola Pedicini, portavoce M5S Europa

Come può essere possibile che delle libere associazioni siano state inserite nella relazione annuale del ministero dell’Interno sulla sicurezza e la criminalità organizzata in Basilicata? E trattate alla pari di fenomeni malavitosi che nulla hanno a che vedere con la partecipazione dei cittadini e la possibilità di protestare e esprimere il proprio pensiero così come sancito dalla Costituzione italiana?

Ancora più grave è rilevare che anche il ministro dell’Interno Alfano, solo alcuni giorni fa, durante una visita a Potenza, invece di spiegare la motivazione tecnica di tale “attenzionamento”, ha rincarato la dose dicendo testualmente che “quando si parla di questi fenomeni non parliamo certo di fenomeni pacifici di protesta ma dell’ordine pubblico, che è quello tracciato e monitorato nella relazione”.<

Noi riteniamo che queste “esternazioni ministeriali” abbiano il solo scopo di criminalizzare, discreditare e intimorire l’azione delle associazioni e dei cittadini lucani che non accettano le scelte scellerate che da anni vengono attuate in Basilicata per le estrazioni petrolifere, la gestione dei rifiuti e l’annientamento del territorio per puri calcoli economici e affaristici legati agli interessi delle lobby e della cattiva politica.

Un ministro serio e le istituzioni pubbliche avrebbero il dovere di essere più cauti quando si esprimono su tematiche delicate e fondamentali come quelle che riguardano la libertà dei cittadini e il diritto a manifestare, alla parola e all’informazione. Episodi come questi sono molto negativi, esaltano i conflitti e rischiano di far aumentare la scollatura tra cittadini e istituzioni.

Non va dimenticato che proprio sui temi delle estrazioni petrolifere e sulla difesa dell’ambiente e della salute pubblica, ci sono in corso varie inchieste della Procura antimafia di Potenza che vanno proprio nella direzione indicata dalle pacifiche e legittime battaglie e dalle denunce delle associazioni ambientaliste lucane. Inchieste che hanno portato a vari arresti, hanno coinvolto il governo Renzi, con le dimissioni della ministro Guidi, e esponenti del Pd lucano.

Non vorremmo che Renzi e Alfano, che in Basilicata hanno anche perso il referendum sulle trivelle, abbiano voluto utilizzare la relazione ministeriale sulla criminalità per lanciare oscuri segnali, fare indebite pressioni e dare inaudite dimostrazioni di forza.

Una cosa è certa, noi condanniamo quanto avvenuto, esprimiamo la piena solidarietà alle associazioni ambientaliste coinvolte nella vicenda e le invitiamo a non scoraggiarsi e ad andare avanti come prima e più di prima. Il M5S sarà sempre al loro fianco, e al fianco di tutti i cittadini, per difendere la libertà di partecipazione e di espressione e per tutelare l’ambiente e la salute pubblica”.